Oltre 400 minuti al San Paolo senza gol, l’ultimo a far esplodere lo stadio fu Maggio nella notte di San Valentino contro il Bologna. La vittoria manca dal primo match del 2009, vittima il Catania. Da allora solo 6 pareggi e ben 7 sconfitte. Cosa sia successo al Napoli è un dilemma, le congetture piovono copiose. In molti hanno individuato il principale problema nella preparazione così anticipata, fatta ai primi di luglio per disputare l’Intertoto. Motivazione valida, ma non del tutto corretta. Si pensi alla Sampdoria dello scorso anno, che alla fine del campionato si ritrovò in zona Uefa senza eccessivi patemi. Agli azzurri è mancato anche qualcos’altro e De Laurentiis prova a dire la sua sulla vicenda: “Ho seguito i consigli di chi è più esperto di me. Se avessi scelto da solo, avrei cambiato mezza squadra non appena saliti dalla Serie B ed avrei evitato sicuramente l’Intertoto.” Il bersaglio della frecciata appare chiaro, Pierpaolo Marino. Il direttore generale, dopo gli osanna per le sue scelte azzeccate, si ritrova colpito da una caterva di critiche, giunte un po’ da tutte le parti, anche da chi gli è più vicino. Il presidente smorza i toni, affermando che in fase di mercato deciderà questa sorta di triumvirato, composto da lui, Marino e Donadoni. Stavolta, però, vorrà più voce in capitolo, a partire dalle scelte tecniche: “Sono convinto che al Napoli occorra un regista, anche se non tutti sono concordi. Adesso mi sono impuntato, quindi deciderò io. Abbiamo bisogno anche di un difensore e di un attaccante. Floccari mi piace moltissimo, è una prima punta che vedo molto bene nel nostro progetto di gioco. Lo preferisco a Quagliarella, che invece è una seconda punta, come Zalayeta e Denis.” Il bomber atalantino è stato una spina nel fianco per la retroguardia partenopea, sempre sfuggente e scattante. Dinanzi alle sue progressioni è apparsa ancor più evidente la crisi di Santacroce, distratto e svagato, totalmente irriconoscibile dal talento che aveva sorpreso piacevolmente tutti nella scorsa stagione. Che dire poi di Lavezzi, ripetitivo e monotono nelle sue movenze, ormai carta conosciuta da qualsiasi avversario. Il vero uomo in meno è però Hamisk, attratto dalle sirene bianconere, ma inconcludente e incostante da far paura. De Laurentiis lo ha definito il più forte centrocampista al mondo del prossimo futuro, purtroppo l’attuale presente dice ben altro.
Aurelio Scandurra NAPOLICALCIO.NET