Se l’aspettavano tutti, lo scivolone interno contro il Torino era ampiamente pronosticabile, però i più ottimisti confidavano nella voglia di onorare la maglia azzurra fino all’ultima giornata. Visti i risultati, il timore è che il Napoli possa elargire altri regali alle sue prossime avversarie, chiudendo nel peggiore dei modi questo campionato travagliato. Facciamo una breve riflessione. Attualmente i partenopei sono fermi a quota 43, giusto 10 punti in più del Bologna, al momento terzultimo. Ciò vuol dire che bastavano una vittoria e un pareggio in meno e il Napoli si sarebbe trovato invischiato nella lotta salvezza in questo rush finale. Un mesto epilogo per chi aveva cominciato la stagione imponendosi contro Panionios, Vlaznia e Benfica in Coppa Uefa, prefigurandosi un futuro radioso in campo europeo. A dire il vero, ieri gli azzurri non meritavano affatto la sconfitta, ma la dea bendata ha chiuso ben più di un occhio, favorendo sfacciatamente i granata. La compagine piemontese è apparsa una tra le peggiori esibitesi in questo torneo al San Paolo, però continuano a rappresentare una bestia nera per i partenopei, cha da oltre dieci anni non riescono a superarla. La bravura di Sereni è stata più decisiva dei clamorosi svarioni di una retroguardia bislacca e sconclusionata, visti alcuni disimpegni difensivi, pericolosi per l’estremo baluardo torinese quasi quanto gli attacchi dei giocatori napoletani. Il pubblico di Fuorigrotta non ha apprezzato l’impegno profuso dai suoi beniamini e la pioggia di fischi a Cannavaro è il sintomo evidente di una sfiducia sempre più crescente verso la società. Il capitano non ha colpe, semplicemente è un discreto giocatore all’interno di un organico non eccelso, ma qualcuno vorrebbe additarlo come capro espiatorio della vicenda. Bene ha fatto Donadoni a pararsi dinanzi ai suoi ragazzi, difendendo tutto e tutti e autoaccusandosi per le prestazioni non meritorie delle ultime partite. L’ex ct della nazionale ha però subito chiarito un punto fondamentale: vuole l’appoggio incondizionato di De Laurentiis e Marino, affinché le sue richieste in fase di mercato vengano soddisfatte pienamente. Gli ultimi 180 minuti lasciano il tempo che trovano, ormai sono pochi i club ancora in corsa per qualche obiettivo. Il Napoli ne ha solo uno, ma non è così immediato: programmare la prossima stagione, che dovrà essere quella della resurrezione.
Aurelio Scandurra NAPOLICALCIO.NET