Paolo Cannavaro e quello strano lato del razzismo: “Non capisco chi parte da Napoli per andare allo Juventus Stadium ad ascoltare cori anti-napoletani”
Il difensore ha raccontato del momento in cui ha ricevuto la notizia della cancellazione della squalifica: “Appena l’ho saputo ho pianto, le mie erano lacrime di gioia”.
Paolo, ospite del ‘Salottino Marziano’ sull’emittente ‘Radio Marca’, ha affrontato vari argomenti, fra cui il tema del razzismo contro i partenopei quando vanno a giocare a Torino contro la Juventus.
“Ascoltavo un po’ la radio e voglio esordire cantando: ‘Perchè il Vesuvio è la terra che amiamo e dell’eruzione ce ne freghiamo!’ “, ha esordito, citando il famoso coro che intona spesso la curva azzurra al San Paolo.
Segue un attacco diretto a quei napoletani che tifano Juve quando i bianconeri affrontano la squadra azzurra. “E’ giusto rispondere così alle polemiche. – ha proseguito – Non capisco quei cretini che criticano il Napoli allo Juventus Stadium, molti sono napoletani. Non mi capacito, non riesco a capire, tanti di loro partono da Napoli per criticare la propria città, assurdo! Uno, addirittura, aveva un cartello con su scritto ‘Cercola presente’ “.
Il capitano azzurro ha voluto così esprimere in maniera chiara il suo pensiero sugli episodi di razzismo nel calcio, tornati purtroppo di grande attualità. “Il coro che ho cantato prima l’ho ascoltato in curva ed esprime ciò che penso. – ha detto – Boateng? Sembrava una cosa che stava sparendo dai nostri stadi, poi è tornata come un fukmine a ciel sereno. Sono solo stupidi da isolare, non si può parlare più di razzismo”.
Il difensore partenopeo ha poi raccontato di quando ha saputo della sentenza di assoluzione su Scommessopoli. “Ero sul divano a casa mia, – ha raccontato – ho ricevuto tante chiamate, ma appena ho saputo della sentenza ho pianto, erano lacrime di gioia le mie. Il patteggiamento? Non l’ho mai presa in considerazione un’ipotesi del genere. Non ero colpevole, non potevo patteggiare, ero estraneo”.
“Non credevo potesse capitarmi. – ha aggiunto – Quello che ho passato non è stato bello, gridavo ma nessuno mi ascoltava, andrebbero riviste delle regole. La squalifica poteva essere una macchia sulla nostra carriera oltre ad una grande ingiustizia. Io e Gianluca siamo usciti puliti insieme alla società. E’ questa la nostra soddisfazione più grande”.
Ora che è tornato a disposizione di Mazzarri, Cannavaro vuole riguadagnarsi il posto da titolare e si tiene stretto la fascia di capitano, che qualcuno vedrebbe bene sul braccio di Edinson Cavani.
“Mi vien da ridere, ogni anno dovrei darla a qualcuno, prima parlavano di Lavezzi, poi di Hamsik poi ora di Cavani. – ha commentato – Sta sul mio braccio, credo sia una scelta comune, sta bene con me. Edi la meriterebbe, è un grande professionista. Però sono napoletano, sono cresciuto qui e tifo per il Napoli, credo sia una bella soddisfazione. Poi non decido io ma il gruppo”.
Il difensore chiude ringraziando la società e i tifosi per il sostegno ricevuto nei momenti più difficili dopo la sentenza di primo grado. “Mi sono stati tutti vicini, voglio ringraziare tutti dal mister, alla società, lo staff e i miei compagni in primis. – ha affermato – Napoli è una scelta di vita, il Napoli mi ha dato tanto e sarò sempre grato a questa società”.