Con i 3 punti conquistati contro una squadra ostica come il Verona, il Napoli ha chiuso il girone di andata a quota 42 punti, a +3 del risultato della squadra di Mazzarri nel 2013.
Una di quelle vittorie dal sapore diverso. In quella Verona ostile che il rotondo 0-3 della banda Benitez ha zittito in campo e sugli spalti. Il Napoli ha dimostrato tutta la sua forza contro un avversario che in casa aveva perso punti solo nel derby col Chievo: quinta posizione in classifica, in piena zona Europa League, ben 10 vittorie nel girone d’andata tra le quali ci sono vittime illustri come il Milan e la Lazio. Insomma, per ora è un vero miracolo quello di Mandorlini, non c’è che nulla da dire.
Bella partita quella del Bentegodi, dominata dagli azzurri dopo il solito inizio propositivo dei veneti. Ma il gioco dei partenopei ha trovato la condizione ideale d’espressione subito dopo la magia di Mertens: da lì non c’è stata più storia, con il Napoli che arrivava qualcosa come tredici volte al tiro ed arrotondava con il ritorno al goal di Insigne ed il tap-in di Dzemaili. Meno tiki-taka e più contropiede è stato l’aspetto più rilevante della prestazione, in questo senso abbiamo assistito a una novità nel carnet tattico proposto da Benitez nella prima metà di questo torneo.
Ma non è solo il reparto offensivo a brillare: buona prova della linea di difesa con Maggio e Armero che hanno alternato buona spinta a ripiegamenti puntuali ed efficaci. Restano ancora da migliorare alcuni automatismi, ma le prospettive dei rientri di Hamsik, Zuniga e Mesto non possono che far ben sperare in questo senso.
Tutto questo fa 42 punti alla diciannovesima che si traducono nel miglior girone d’andata di sempre: +3 rispetto al 2013 ed una terza posizione che è solo conseguenza dell’ “anomalo” rendimento della Juve in un campionato che tutto sommato è ampiamente livellato verso il basso.
Se poi il mercato dovesse riservare piacevoli sorprese – a proposito, il Jorginho visto ieri è proprio quel centrocampista che servirebbe nella mediana azzurra, con dinamismo, capacità di interdizione e qualità in abbondanza – e se magari il ritmo implacabile dei bianconeri dovesse subire qualche frenata, gli azzurri potrebbero anche essere i veri artefici della riapertura di questo campionato che sembra già chiuso. Ma ad oggi sono ancora 10 i punti di distacco e la Juve resta ancora lontana.
Rispetto allo scorso anno il gap con la capolista si è raddoppiato, proprio nella prima stagione in cui si era parlato, per la prima volta, di scudetto. Salvo poi lasciare incompiuto un organico che avrebbe potuto, a questo punto, essere più competitivo. Tuttavia, prima di un giudizio completo, restano ancora 19 esami da superare. Non resta quindi – Rafa insegna – che pensare solo alla prossima partita.