Secondo posto oramai irraggiungibile. Niente atmosfere da notti europee e nessuna tensione da sfida al vertice: quando mancano questi elementi l’alter ego del Napoli prende il sopravvento.
Dalla gloria alla polvere. Dal trionfo del San Paolo di appena una settimana fa alla disfatta del Tardini che sancisce l’addio per il Napoli ai sogni di Champions diretta. Il lato oscuro degli azzurri è puntualmente emerso a Parma, in una di quelle partite che in questa stagione hanno inevitabilmente segnato le sorti del club.
Quando l’avversario adotta le necessarie contromisure tattiche, magari votate all’annullamento delle fonti del gioco, ecco che il meccanismo va in tilt. Il Napoli visto in terra emiliana è stato infatti la brutta copia della squadra brillante, cinica e determinata che metteva sotto i campioni d’Italia – presenti e futuri – come nessuno prima.
La doppia linea difensiva decisa da Donadoni è stata sicuramente la chiave che ha soffocato le caratteristiche offensive degli azzurri che però non hanno saputo trovare alternative di gioco lucide ed efficaci. Benitez ha finalmente potuto lavorare nella settimana tipo, senza l’assillo degli impegni infrasettimanali, eppure alcune scelte del tecnico spagnolo restano poco logiche.
Su tutte quella di insistere su uno spento Hamsik e tenere in naftalina l’uomo forse più in forma del momento: l’ingresso in campo di Mertens a soli 20′ dalla fine è apparsa tardiva, soprattutto alla luce della qualità e del cambio di passo che il belga ha subito garantito negli ultimi trenta metri. Preoccupa poi lo stato psicofisico di Higuain, troppo nervoso e visibilmente a corto di benzina per essere in grado di fare quella differenza che si pretende da calciatori del suo calibro.
La Roma resta dunque irraggiungibile e la distanza dalla quarta, la Fiorentina, sembra essere sufficiente per non mettere a rischio il terzo posto. Tuttavia, da qui al 18 maggio, senza il conforto della matematica nessuno può essere autorizzato a dormire sonni tranquilli.
