Napoli, attacco Quagliarella-Denis, perchè no?

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Contro la Lazio disperata di Ballardini il Napoli avrebbe dovuto conquistare i 3 punti sia per rafforzare le sue ambizioni europee sia per cancellare l’opaca prestazione di Catania, invece gli attaccanti azzurri sono spesso andati a sbattere contro il muro eretto dai laziali scesi in campo con l’unico proposito di non prenderle. L’intesa tra Lavezzi e Quagliarella continua a latitare, ma il bomber di Castellammare si è mosso più del solito ed è stato più propositivo grazie alla cura speciale di Mazzarri, che sta seguendo con allenamenti specifici l’attaccante, che infatti è uscito a causa di crampi. Tuttavia di tiri in porta se ne sono visti pochissimi, anche perché a Quagliarella continuano ad arrivare pochissimi palloni giocabili. In realtà Quagliarella è un po’ sacrificato quando gioca da prima punta, perché è vero che ricopriva quella posizione nell’Udinese, ma è anche vero che lì c’erano due ali come Pepe e Di Natale che gli aprivano ampi spazi ed inoltre spesso si scambiavano le posizioni, cosicché l’attaccante stabiese spesso si allargava anche sulla fascia. Quando Quagliarella trova un difensore forte fisicamente lo soffre perché appunto gioca spalle alla porta, mentre avrebbe bisogno magari di allargarsi ed andare al tiro puntando la porta. L’idea è quindi di provare la coppia Denis-Quagliarella, mai provato finora se si escludono i pochissimi minuti insieme giocati contro la Lazio. Denis è una prima punta, forte fisicamente e di testa, che ama giocare nel cuore dell’area di rigore. La presenza del Tanque consentirebbe a Quagliarella innanzitutto di essere meno marcato, e poi di svariare su tutto il fronte d’attacco ed andare più facilmente al tiro. Naturalmente qualche accorgimento tattico sarebbe necessario, ed uno tra Hamsik e Lavezzi dovrebbero essere sacrificati. Lo slovacco appare intoccabile perché anche quando non gioca bene può trovare la giocata decisiva, mentre il gioco di Lavezzi non sembra molto congeniale a quello di Quagliarella. Quest’ultimo infatti ama i fraseggi e le rapide triangolazioni, mentre Lavezzi tende a portare spesso palla da solo. Mazzarri dovrebbe far capire a Lavezzi che la sua velocità deve essere sfruttata negli ultimi 20 metri, perché partendo dalla trequarti è prevedibile e facilmente raddoppiabile, e soprattutto rischia di arrivare stanco sottoporta, e questa è una delle motivazioni della poca lucidità al tiro. Mazzarri è un allenatore intelligente, un gran motivatore e che sa leggere bene le partite, quindi bisogna dargli il tempo di trovare le soluzioni giuste per vedere un Napoli brillante che riesca a trovare varie alternative per andare in porta, perché al S. Paolo saranno molte le squadre che alzeranno vere e proprie barricate.

 

Francesco Ferrara NAPOLICALCIO.NET

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