Lorenzo Insigne in conferenza stampa con l’Italia: “Gli applausi e i complimenti fanno piacere, ma questo è soltanto l’inizio. 4-3-3 modulo ideale, bravo Sarri a cambiare“.
Dai fischi di qualche mese fa alla doppietta di San Siro, passando per tante prestazioni monstre con la maglia del Napoli. Lorenzo Insigne è l’uomo del momento, in Serie A. E adesso spera di diventare una pedina decisiva anche per l’Italia, magari già a partire dalla doppia sfida contro Azerbaijan e Norvegia.
“I complimenti fanno molto piacere, non capita tutti i giorni di ricevere gli applausi dei tifosi del Milan. Spero di continuare così. Ringrazio i miei genitori che hanno fatto tanti sacrifici. Alla lunga pagano. Adesso ci godiamo questi momenti”.
Incontentabile, Insigne, e del resto è giusto così: “Sono molto contento, però considero questo momento come un punto di partenza. Non ho fatto ancora nulla”. La posizione in campo: “Che sia da trequartista o da esterno, l’importante è dare il 100% per la squadra. Nel 4-3-3 mi trovo bene, lo facevo già con Zeman. Ma l’importante è giocare e dare il massimo”.
Che sia da trequartista o da esterno, l’importante è dare il 100% per la squadra. Nel 4-3-3 mi trovo bene, lo facevo già con Zeman. Ma l’importante è giocare e dare il massimo
L’ottimo momento di forma vissuto non gli fa di certo dimenticare i compagni di vecchia data come Ciro Immobile, escluso dalle convocazioni del ct Conte: “L’ho sentito un po’ giù e mi spiace perché siamo amici. Posso dirgli di non mollare e di certo tornerà qui perché è un grande giocatore. Mi dispiace per il suo momento difficile”.
A Napoli c’è già chi lo designa come erede di un certo Diego Armando Maradona… “La ’10’ di Maradona? Non bisogna scomodare Diego, il giocatore più forte di tutti i tempi. Se poi un giorno quel numero dovesse essere ancora assegnato, sarebbe bello ed emozionante indossarla”.
Intanto la città sogna lo scudetto: “E’ presto, sono passate solo 7 partite. Andiamoci cauti. Però noi ci proveremo fino alla fine”. Anche grazie a un Insigne che, da napoletano, spera di diventare presto una bandiera: “Io voglio rimanere il più a lungo possibile, sognavo da bambino di giocarci. Penso di aver meritato la fiducia dei tifosi, anche se all’inizio ho avuto un po’ di problemi. Ma ora sono passati”.
Sui rapporti con Benitez: “Devo tanto anche a lui, perché mi ha fatto crescere anche in fase difensiva. Poi quest’anno col 4-3-3 mi diverto di più, ma con Rafa non ho mai avuto problemi. Lasciare Napoli? No, non ci ho mai pensato. Se ho reagito ai fischi dei tifosi è perché sono tifoso pure io e sto male quando le cose non vanno bene”.
Non ho mai pensato di lasciare il Napoli. Se ho reagito ai fischi dei tifosi è perché sono tifoso pure io e sto male quando le cose non vanno bene
“Con Sarri è cambiato molto, soprattutto a livello di modulo – insiste Insigne – già l’anno scorso pensavamo di cambiare modulo, perché il tridente è il più adatto per le nostre caratteristiche. Il mister capisce di calcio, se lo seguiremo potremo raggiungere grandi risultati”. E nonostante i primi balbettii “non abbiamo mai dubitato di lui. Già l’anno scorso il suo Empoli giocava benissimo”.
Il cambio di marcia, guarda caso, è arrivato proprio con il passaggio al tridente: “Come fanno i grandi, ha capito che il 4-3-1-2 non rendeva e ha cambiato“, continua Insigne, che confessa: “Giocare da esterni permette a me, a Callejon, a Mertens di esprimerci al meglio. Anche se non credo che i mancati risultati fossero soltanto legati al modulo”.
Una domanda anche sulla Nazionale: “Ci sono tanti giovani? E’ una cosa positiva, ce ne sono parecchi che si stanno mettendo in mostra in campionato”. Tra cui Jorginho, brasiliano naturalizzato: “E’ un mio amico, ma non faccio io le convocazioni. In ogni caso, spero che possa essere chiamato presto anche lui”.