Lorenzo Insigne è il 24mo forfait dell’era Conte: il ct non la prende bene, a forzare la mano è lo stesso giocatore. “Ma è una decisione concordata” dice De Laurentiis.
Sembrano spesso problemucci da poco, ma poi va a finire quasi sempre alla stessa maniera: con un comunicato con cui la FIGC annuncia il ritorno a casa del giocatore di turno, infortunato e sostituito da una seconda scelta. È accaduto con Domenico Berardi e poi con Lorenzo Insigne, i due grandi assenti per le sfide azzurre contro Azerbaijan e Norvegia.
Dopo il mancino del Sassuolo, infortunatosi domenica nel riscaldamento prima della sfida di Empoli, è toccato all’esterno del Napoli: lunedì Insigne non ha svolto l’allenamento assieme ai compagni, ieri ha lasciato il ritiro a causa di problemi al ginocchio destro, gonfio a causa di una botta ricevuta durante il posticipo di domenica sera contro il Milan.
“Versamento articolare”, l’ha definito il dottor Enrico Castellacci. Ma Antonio Conte, che non può che prendere atto dell’ennesimo forfait alla vigilia di una gara decisiva per la qualificazione in Francia, mugugna. L’ha fatto con Berardi, sottolineando come “la risonanza non abbia evidenziato nulla di grave”, e l’ha rifatto con Insigne, senza però esprimere le proprie sensazioni alla stampa.
No, Conte non è per nulla felice della situazione. La considera una sorta di mancanza di rispetto nei confronti della Nazionale e intuisce come dietro ci sia, celata ma allo stesso modo visibile, la volontà da parte del giocatore del Napoli, ma anche del novizio neroverde, di non rischiare in vista del ritorno del campionato dopo la sosta, sabato 17 e domenica 18.
Insigne e Berardi, peraltro, non sono certo gli unici a lasciare il ritiro di Coverciano dopo essere stati regolarmente convocati da Conte. Gli ultimi, semmai: come ricorda l’edizione odierna di ‘Repubblica’, si tratta del giocatore numero 23 e 24 in una lista che, sotto il regno dell’ex allenatore della Juventus (iniziato ad agosto dello scorso anno), ha registrato un forfait dopo l’altro.
E a conferma che il rapporto tra l’Italia e i club, vera spina nel fianco di Conte negli scorsi mesi (ricordate la stucchevole questione degli stage?), è destinato a non decollare, ecco il retroscena de ‘La Stampa’: sarebbe stato lo stesso Napoli a chiamare Insigne per convincerlo a tornare a casa in anticipo. Della serie: “Non rischiare di peggiorare il problema al ginocchio, il campionato viene prima della Nazionale”.
Per la FIGC e per Conte, Insigne avrebbe potuto rimanere nel gruppo e provare a recuperare almeno per la Norvegia. È stato lo stesso giocatore a forzare la mano: “Sento ancora dolore”. Dietro consiglio del Napoli, dunque? Non secondo il presidente De Laurentiis, che a ‘Radio Blu’ parla di “scelta concordata con la Nazionale. Non abbiamo imposto noi il rientro del giocatore”.
Concordata o meno, la defezione di Insigne non è che l’ennesima riprova di un sentimento, quello per l’azzurro, destinato a fiorire solo in occasione dei grandi eventi. Tra un anno, agli Europei (qualificazione permettendo), sarà così. Non è una novità e lo sa bene anche Conte, più volte deluso dall’atteggiamento di club e calciatori. A chi è presente in ritiro spetta, tra sabato e martedì, il compito di ridonargli il sorriso.