Quando gioca titolare, Luis Muriel segna. E non solo. Il colombiano è ancora assoluto protagonista nel 4-2 con cui l’Atalanta stende il Napoli per la seconda volta al Gewiss Stadium nel giro di 12 giorni.
Rispetto alla doppia sfida di Coppa Italia di una decina di giorni fa, il copione tattico non cambia. L’Atalanta attacca, il Napoli prova a difendersi basso senza risalire bene il campo. Osimhen in difficoltà contro i tre centrali nerazzurri, chiuso nella morsa e molto spesso da solo. Pessina, Zapata e Muriel dall’altra parte creano più di un problema dalle parti di Meret.
Al giro di boa si alza anche la tensione, quando Gasperini reclama un rigore per un contatto dubbio Mario Rui-Pessina, non ravvisato da arbitro e Var. Di Bello si avvicina alla panchina e lo espelle. In campo, però, non ci sono ripercussioni particolari sull’Atalanta, che continua ad assaltare i sedici metri. Manca però la giocata decisiva per rompere il muro.
I goal arrivano nel primo quarto d’ora della ripresa. Il primo è dell’Atalanta, sull’asse colombiano: cross di Muriel, Zapata dimenticato dalla difesa insacca. Pochi minuti dopo il pareggio su una giocata di qualità di Politano e Zielinski, quest’ultimo abile a calciare di prima col destro su suggerimento in verticale dell’ex Inter.
L’equilibrio, di nuovo, lo rompe Luis Muriel, con un’accelerata centrale che taglia in due il Napoli. Per Zapata poi è facile crossare sul secondo palo, dove Gosens attende solo il tap-in. Lo show del numero 9 nerazzurro continua: è il 71′ quando ubriaca Rrahmani con le finte e poi spara nel sette col mancino.
Un goffo autogoal di Gosens riapre un match apparentemente chiuso. Meret nega proprio al tedesco il quarto, ma non può nulla sul colpo di testa di Romero che sigilla di nuovo il punteggio e manda i titoli di coda sul match, che si chiude con attimi di paura per Osimhen, che ha perso i sensi in campo. Atalanta a 43 punti, ancora sicura di passare un’altra settimana tra le prime quattro. Napoli tre punti sotto.