Cavani prigioniero del Napoli come Maradona, De Laurentiis fa il Ferlaino

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La ‘voglia di fuga’ dell’attaccante uruguaiano e i legacci messigli dal presidente azzurro fanno tornare alla mente la promessa al Pibe disattesa dall’Ingegnere 24 anni fa.

Una maglia azzurra, un giocatore dall’altra parte dell’oceano che non vuole più vestirla, un presidente che lo imprigiona contro la sua volontà. E volano stracci. Vi ricorda qualcosa?

Correva l’estate di 24 anni fa e Diego Armando Maradona se ne stava in Sudamerica senza nessuna intenzione di tornare a Napoli, forte della promessa fattagli nella stagione precedente da Corrado Ferlaino di lasciarlo libero di andarsene al Marsiglia qualora avesse condotto la squadra azzurra al successo in Coppa Uefa.

Il 17 maggio 1989 il Napoli trionfò a Stoccarda, ma l’Ingegnere si rimangiò la parola data al Pibe de Oro, che si autoesiliò in un Aventino nella natia Argentina, cercando in tutti modi di forzare la cessione e rifiutandosi di tornare a Napoli per l’intera estate.

Alla fine, di fronte all’evidenza di campionati già cominciati e alla minaccia di Ferlaino di portarlo in tribunale, un barbutissimo Maradona si imbarcò da Buenos Aires a inizio settembre, con propositi bellicosi riassunti così: “Vado a Napoli a tirare il contratto in faccia a Ferlaino“.

Non seguì nulla di tutto questo, anzi la cocciutaggine del presidente nel tenere prigioniero il proprio campionissimo si rivelò scelta più che corretta per la storia del Napoli, visto che quell’anno arrivò il secondo Scudetto dell’era Maradona e dell’intera vita del calcio sul Golfo.

Le rabbiose minacce maradoniane di allora sono tornate alla mente e riecheggiate nelle parole con cui adesso è Edinson Cavani a agitare rumorosamente le catene impostegli dal suo Ferlaino, un Aurelio De Laurentiis non meno scaltro e deciso del suo predecessore.

Le premesse della vicenda e le motivazioni all’addio sono molto diverse – Diego voleva evadere dai problemi che gli stavano mangiando l’anima a Napoli, Edi sogna palcoscenici più prestigiosi e stipendi raddoppiati – ma il braccio di ferro che si profila a cavallo dell’Oceano, con annessi botta e risposta ringhiati dai protagonisti, ha il forte sapore di dejavu.

Nata come un accordo tra le parti in massima sintonia e stima reciproca, la questione della clausola rescissoria da 63 milioni – che nessuno può o vuole pagare – si è via via trasformata in stretto cappio per il ‘Matador’, ma al contempo anche in vicenda irrisolta che tiene in scacco il mercato del Napoli.

E il crescere della tensione tra le parti è scritto nella durezza delle ultime esternazioni: se De Laurentiis chiede a Cavani di “essere uomo” sennò “gli sfascia la testa“, il giocatore pretende un colloquio “faccia a faccia” col presidente per risolvere la questione.

A questo punto viene un sospetto: e se l’attuale patron del Napoli, 24 anni dopo, avesse avuto la stessa lungimiranza di Ferlaino? Se dietro la sua cocciutaggine nel non fare sconti a nessuno si nascondesse la volontà di tenersi il bomber uruguaiano per inseguire il sogno Scudetto? In fondo, qualche straccio che vola nel salotto buono sembra un prezzo più basso per il presidente di quanto non lo siano per Cavani i 63 milioni necessari per liberarsi dalle prigioni napoletane…

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