LONDRA – Il Napoli è fuori dalla Champions League. Non riesce l’impresa di approdare fra le prime otto squadre d’Europa agli azzurri, usciti sconfitti 4-1 ai supplementari da Stamford Bridge da un grande Chelsea, capace di ribaltare il 3-1 subito all’andata al San Paolo. Non è bastato alla squadra di Mazzarri nemmeno trovare il gol in Inghilterra per raggiungere lo storico traguardo dei quarti di finale: l’acuto di Inler è stato reso vano dalle reti di Drogba, Terry e Lampard su rigore nei tempi regolamentari e di Ivanovic nell’overtime. Grande delusione per il presidente De Laurentiis, che cullava il sogno di regalare un dispiacere ad Abramovich dopo aver costretto al boccone amaro anche lo sceicco del City Mansour, e soprattutto per i cinquemila tifosi partenopei che hanno incitato la squadra per tutti i 120 minuti di gioco e che comunque alla fine l’hanno applaudita all’uscita dal campo.
SBLOCCA DROGBA – Quella di Stamford Bridge è stata una partita vibrante, tesa, emozionante, intensa. Il Chelsea, con la novità Essien a centrocampo, doveva fare la partita e ha iniziato tutto proiettato in attacco. Sturridge ha subito testato l’attenzione di De Sanctis, il Napoli che ci ha messo un po’ di tempo per prendere le misure. Poi, approfittando del raggio d’azione molto avanzato degli avversari costretti a sbilanciarsi dopo il 3-1 dell’andata, è venuto fuori rendendosi pericoloso più volte in contropiede: due volte Hamsik, una a testa Lavezzi e Cavani, hanno sfiorato il vantaggio. Mentre il Chelsea premeva facendo possesso palla, il Napoli ripartiva e tirava in porta. Sembrava padrona della partita la squadra di Mazzarri, poi, anche un po’ a sorpresa, è arrivato il gol dei Blues: cross teso di Ramirez e incornata vincente di Drogba sul primo palo in anticipo su Aronica. Vantaggio forse nemmeno meritato per gli inglesi, che scatenava l’entusiasmo di tutto lo stadio e quello di Di Matteo in panchina. Maggio, che era già zoppicante sull’azione del gol, ha dovuto lasciare per infortunio il posto a Dossena, con Zuniga che ha traslocato a destra. Non si sono abbattuti però gli azzurri e in contropiede hanno sfiorato l’immediato pareggio con Cavani, che ha chiuso troppo l’angolo del suo diagonale rasoterra. A salvare De Sanctis, invece, ci ha pensato Cannavaro nel finale di tempo con un prodigioso anticipo su Drogba.
INLER FRA TERRY E LAMPARD – Non poteva iniziare peggio il secondo tempo per il Napoli, sorpreso ancora una volta su una palla alta da Terry, bravo ad anticipare tutti su un calcio d’angolo. Raddoppio del Chelsea che poteva abbattere tutti, ma non la squadra di Mazzarri, brava subito a rimettersi in gioco. A trovare il meritato gol, come a Vila Real, è stato Inler, con un preciso destro da fuori area che ha fatto esplodere di gioia gli oltre cinquemila tifosi azzurri. Discorso chiuso? Nemmeno per sogno, perché dopo l’ingresso di Torres per Sturridge, il Chelsea si è reso pericoloso prima con Ivanovic, poi con Drogba: grandissime le due risposte di De Sanctis. In contropiede la palla buona capitava a Zuniga, ma anche Cech era attentissimo. Un ingenuo fallo di mano in area di Dossena, però, rovinava i piani di Mazzarri: per l’arbitro tedesco Brych era rigore, dal dischetto Lampard non falliva: 3-1 e perfetta parità che portava ai supplementari.
DECIDE IVANOVIC – Forze fresche nell’overtime per Di Matteo che inseriva Malouda e Bosingwa al posto di Mata e dell’acciaccato Terry. Sfiorava il gol Hamsik con un sinistro al volo, ne sprecava uno clamoroso Torres solo davanti alla porta dopo un’uscita a vuoto di De Sanctis. Non sbagliava invece Ivanovic, quando Drogba gli serviva un assist rasoterra perfetto: girata di destro sotto la traversa e 4-1 del Chelsea. Cantava tutto lo Stamford Bridge, Mazzarri giocava le carte Pandev e Vargas nel secondo tempo supplementare al posto di Hamsik e Aronica nel disperato tentativo di trovare il gol qualificazione. Tutto inutile però, a fare festa era il Chelsea. Il Napoli dice addio all’Europa a testa alta, dopo aver giocato comunque una grande Champions. Di italiane resta in corsa solo il Milan.
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