Intervista al presidente rilasciata a 24 ore dalla finale di Coppa Italia: “Il nostro progetto parte da lontano, questo non va dimenticato. Aver ottenuto grandi traguardi in soli sette anni mi da un sentimento di orgoglio per avere creduto in noi stessi e nella forza dei napoletani, in ciò che è stato realizzato pur tra umanissime perplessità. Un club è un’azienda atipica, diversa da qualsiasi altra: risente, come nessun’altra, degli umori, della passione; e invece,ovunque, occorre razionalità. In sette giorni, una sconfitta o una vittoria finiscono per mutare le condizioni ambientali e si va dall’euforia più sfrenata alla depressione più profonda. Però senza paure e senza autocelebrazioni, ma con grande serenità, abbiamo lavorato in questi anni concentrati e a testa bassa per il popolo azzurro. E spero proprio che per il popolo azzurro presente a Roma, ma anche per chi resterà a casa, sia possibile festeggiare: la Coppa Italia sarebbe innanzitutto un omaggio alla città, oltre che ai napoletani sparsi per il mondo. Ed è chiaro che sarebbe un meritato premio per la squadra, il tecnico, i collaboratori e la società. Noi siamo un gruppo monolitico e siamo felici di essere arrivati a questo punto. Ma non bisogna neanche dimenticare che ad agosto si giocherà la Supercoppa, quasi una sfida di ritorno, visto che se la giocheranno le stesse squadre. Questa sarà la madre di tutte le partite, anche se quest’anno in Champions ne abbiamo avute parecchie. Giochiamo contro una formazione che ha appena conquistato lo scudetto, meritandolo; complimenti a loro per la caparbietà dimostrata. Io sono amico degli Agnelli e degli Elkann e li applaudo. Ma domani sera voglio batterli. Lavezzi? Non amo fare mercato attraverso i giornali, ma lui ha una clausola ed è l’unica cosa che potrebbe portarlo via da Napoli. Non piace solo in Francia e in Italia, piace anche in Inghilterra, Germania e Russia”.
Antonio De Filippo NAPOLICALCIO.NET