Il Matador si trasforma in un attaccante dalle medie normali con la Celeste. La differenza? Il gioco di Mazzarri, studiato su misura per esaltarlo.
C’è un’etichetta che fa arrabbiare puntualmente Walter Mazzarri, quella di Napoli ‘Cavani-dipendente’. Provate a dirglielo e – oltre a subire la sua ira – vi sentirete rispondere: “Cavani fa tanti goal perchè c’è tutto un sistema di gioco finalizzato a mandarlo in porta”. Verità inconfutabile. Lo dicono i numeri del Matador, lo dice anche un altro aspetto: il suo rendimento con l’Uruguay.
La storia del calcio è ricca di storie di campioni grandi nei club e piccoli con la maglia della propria nazionale. L’esempio più lampante degli ultimi anni, in questo senso, è Leo Messi: un extra-terrestre nel Barcellona, l’ombra di se stesso con la camiseta Albiceleste dell’Argentina. Ecco, la storia di Cavani con l’Uruguay non si discosta molto da quella della Pulce.
Il numero 7 azzurro non è il solito quando scende in campo per difendere i colori della sua bandiera. Anche contro la Spagna, nel prestigioso test di Doha, Cavani ha deluso le aspettative, dei suoi tifosi e di chi – su sponda iberica – attendeva giocate da Real Madrid dopo le voci degli ultimi giorni.
In Uruguay ci stanno facendo un po’ l’abitudine: lo guardano all’opera in Serie A e vedono un mostro, lo attendono con ansia in nazionale e restano con l’amaro in bocca. Negli ultimi due anni e passa, Cavani ha timbrato solo quattro volte con la Celeste. Il raffronto in termini di media realizzativa è eloquente.
I DUE VOLTI DI EDINSON CAVANI DALL’ESTATE 2010
CON IL NAPOLI |
CON L’URUGUAY | |
122 | PARTITE | 26 |
93 | GOAL | 10 |
0.76 | MEDIA GOAL | 0.38 |
Nel Napoli Cavani segna praticamente il doppio rispetto a quando gioca con l’Uruguay. Dato che trova soltanto in parte una giustificazione nell’inevitabile differenza di affiatamento con i compagni che si riscontra quando ci si ritrova a giocare assieme per una manciata di giorni ogni tre mesi.
C’è un fattore che pesa più di tutti. Ed è proprio la teoria urlata con orgoglio da Walter Mazzarri: questo Napoli è plasmato su misura per esaltare al meglio le doti di Edinson Cavani. L’Uruguay, evidentemente, non è cucito con lo stesso taglio.
Peraltro Tabarez ha utilizzato spesso Cavani nel ruolo di attaccante esterno, per sfruttare al massimo la sua predisposizione al sacrificio in fase difensiva. Una posizione che inevitabilmente ha influito sul suo bottino di reti, allontanandolo di diversi metri dall’area avversaria. Ma anche quando ha spalleggiato uno solo tra Suarez e Forlan il Matador non ha entusiasmato.
Nel Napoli sa essere letale, fuori dal comune. Con la Celeste rischia quasi di passare per uno dei tanti. La differenza la fa quello che gli si è costruito alle spalle in azzurro, un ingranaggio perfetto con un solo scopo: il goal del Matador. Un trattamento speciale che non è scontato ricevere nei club che lo corteggiano con insistenza, dal Real al Paris SG, passando per il Manchester City.
A Napoli Cavani è un re, fuori e dentro il campo. Altrove chissà. L’Uruguay insegna…