Da Mazzarri a Benitez: nel passaggio da un tecnico all’altro, completamente diversi per idee tattiche, il club azzurro dovrà cambiare diverse pedine…
E vai con la rivoluzione. Basta difesa a tre, basta ripartenze, basta con il culto dei ‘titolarissimi’. De Laurentiis ha scelto Rafa Benitez per avviare la Fase 2 della sua presidenza. Mazzarri, tenuto conto del materiale umano a disposizione (buono, ottimo in alcuni elementi, ma non trascendentale nel complesso), è indubbiamente riuscito a fare grandi cose.
Dopo quattro anni, però, era lecito cambiare, sia da una parte che dall’altra. Il livornese ha accettato la scommessa Inter, un bivio per la sua carriera. E i partenopei si sono subito consolati (altrochè) con un vincente come lo spagnolo, che arriva a Napoli con un bottino di 10 trofei conquistati nell’arco della sua carriera.
Il vecchio (Mazzarri) e il nuovo (Benitez) non potrebbero essere meno coincidenti, per idee tattiche, metodologie di lavoro, concezione del calcio. Ecco perchè c’è bisogno di mettere mano al parco giocatori. In che misura, lo stabiliranno il neo-allenatore azzurro ed il suo staff, con la benedizione dell’Aurelio. La sensazione è che i ritocchi, almeno nell’undici titolare, saranno pochi ma di grande qualità.
Potrebbero bastare un paio di innesti in difesa (un esterno ed un centrale), un mediano dai piedi buoni ed un’ala. Dovesse partire Cavani, poi – ma gli ultimi segnali sul futuro del Matador sembrano incoraggianti – occorrerebbe un nuovo puntero di razza. Meglio ancora due, visto che, formazione di base a parte, ci sarà da rinforzare a dovere anche la panchina.
Perchè con Rafa gioca chi sta in forma, e si onorano tutte le competizioni a cui si prende parte. Niente ‘preferenze’ e niente partite snobbate in partenza, come accaduto quest’anno agli azzurri ogni qual volta ci si giocava quella sgraditissima ‘partitella’ di Europa League del giovedì. In tema, dunque, di potenziamento tecnico, assolutamente necessario visto anche l’impegno di Champions, andiamo ad analizzare, reparto per reparto, la situazione dell’organico azzurro. Stabiliamo, insomma, in che misura il Napoli attuale sia o meno ‘beniteziano’. Non molto, ma non c’è da disperare, con l’amico mercato a far da rimedio.
PORTIERI
Non cambieranno le gerarchie tra i pali. Il custode della porta azzurra sarà sempre lui, Morgan De Sanctis, che ha rinnovato il contratto fino al 2015. Quest’anno per lui non sono mancati gli alti e bassi, ma la società ha voluto premiarlo lo stesso. Per compensare gli sbalzi d’umore, per così dire, dell’estremo difensore abruzzese, verrà comunque preso un nuovo vice. Il Rosati visto all’opera in Europa League è stato horror: meglio cambiare. Come terzo portiere, invece, dovrebbe rimanere Colombo, destinato a prolungare di un anno l’attuale accordo in scadenza.
DIFESA
E’ il reparto che subirà il cambiamento più profondo. Dallo schieramento a tre visto prima con Reja e poi con Mazzarri si passerà a quello a quattro. Un assetto, diciamolo subito, più moderno, più elastico, più ‘europeo’. Il problema sarà soprattutto reperire terzini all’altezza, capaci di spingere quanto di tenere saldamente la posizione. Il declinante Maggio degli ultimi due anni sarà chiamato ad una bella sfida: tornare al ruolo di laterale destro difensivo, ricoperto in gioventù con scarsi risultati.
Resta da decidere anche il padrone della corsia opposta: adattare ancora Zuniga – alle prese, peraltro, con la nota querelle contrattuale – o correre sul mercato? Il connazionale Armero, che pure ha fatto molto bene nella seconda parte di stagione quando è stato chiamato in causa, merita indubbiamente il riscatto. Ma è tutta da vedere la sua adattabilità ad una linea a quattro. Dunque, sulle fasce non mancano i dubbi. A sinistra, in particolare, aspettano di conoscere il proprio destino Dossena, di rientro da Palermo, e Vitale, reduce da un’ottima stagione in prestito alla Ternana. A destra c’è anche Mesto, che si candida al ruolo di alternativa e poco più.
Al centro, l’unica certezza è capitan Cannavaro. Alle sue spalle Gamberini e Britos: più affidabile il primo, mentre appare improbabile il riscatto di Rolando. Qui, come già indicato dallo stesso Benitez, occorrerà un intervento importante. Servirà un centrale di livello internazionale, meglio se mancino, sapiente tatticamente e dal passo rapido.
Dote, quest’ultima, che non sembra appartenere al ‘cavallo di ritorno’ Fernandez, che pure potrebbe finalmente avere la sua grande chance in azzurro. Nella sua amata difesa a quattro, come nella Nazionale argentina, dov’è tutt’altro giocatore rispetto a quello visto (poco, a dire il vero) in riva al Golfo. Infine, c’è Bruno Uvini, mai visto all’opera con la maglia del Siena, che lo aveva prelevato in prestito a gennaio: probabile per lui una nuova esperienza altrove, sempre a titolo temporaneo. Con la speranza che stavolta sia più fortunata.
CENTROCAMPO
L’intoccabile è Valon Behrami, un autentico baluardo a protezione della retroguardia. Al suo fianco, il buon Rafa gradirebbe un mediano ‘pensante’, capace di spezzare il gioco avversario e mettere ordine in mezzo al campo. Se Inler tornasse ai livelli dello scorso girone d’andata – la sua migliore parentesi in maglia azzurra – la mediana a due titolare sarebbe pressochè decisa. Ma l’ex Udinese, per quello che si è visto nella sua esperienza napoletana, non sembra in grado di offrire garanzie di continuità.
Ecco perchè la dirigenza potrebbe decidere di consegnare al tecnico un nuovo centrocampista centrale, abile nello sdoppiarsi nelle due fasi. Alle spalle del duo titolare, in attesa di chiarire la sorte di Inler – che potrebbe anche essere utilizzato come pedina di scambio sul mercato – ci sarà Dzemaili, rivalutato dalle ottime prestazioni sfoderate nello scorso finale di stagione.
Andrà sicuramente via, invece, il deludentissimo Donadel. Benitez è uno che dà fiducia ai giovani: confidano su quest’aspetto elementi come il promettente Fornito e Radosevic, per il quale il Napoli dovrà decidere se esercitare o meno il diritto di riscatto. Da stabilire, inoltre, il destino di Cigarini, che potrebbe rientrare in qualche scambio, e Gargano: Mazzarri lo terrà con sé o lo rispedirà al mittente?
ATTACCO
Nel 4-2-3-1 di Benitez è fondamentale il lavoro dei due esterni alti, chiamati a fare da pendolo e a servire palloni invitanti alla prima punta. Il perno centrale sulla trequarti, inutile precisarlo, sarà Marek Hamsik. Lui e Cavani sono i top player di questo Napoli. Rafa si augura vivamente che il mercato gliene regali altri, e che non gliene tolga uno, ovvero il Matador. La telenovela legata al destino dell’uruguagio si annuncia lunga, ma più passa il tempo e più aumentano le speranze di vederlo ancora in azzurro.
Dovesse andar via, comunque, arriverà un sostituto d’alto livello: da Suarez a Dzeko le idee non mancano. Sugli esterni, invece, occorrerà, come minimo, un nuovo innesto: l’allenatore ha suggerito il nome del quasi 33enne Kuyt, da lui valorizzato ai tempi di Liverpool. Per occupare l’altra corsia, invece, potrebbe rinnovarsi l’eterno duello tra Pandev – che ben conosce questo modulo per averlo appreso con Mourinho – e Lorenzo Insigne: il gioiellino dell’Under 21, schierato largo a sinistra, potrebbe diventare devastante.
Partirà dalle retrovie l’interessante El Kaddouri che, esaurito l’anno di apprendistato, proverà a rubare ad Hamsik i segreti del mestiere. L’altro Insigne, Roberto, potrebbe invece essere prestato a qualche club di B per giocare con continuità. Sul futuro suo e di Edu Vargas, una volta esaurito il periodo di prestito al Gremio, l’ultima parola spetterà comunque a Benitez che, partenza di Cavani o meno, sembra intenzionato a reclamare un’altra punta. Con tutto il rispetto, l’attuale vice Matador Calaiò, che potrebbe tornare al Siena, non sembra adeguato al palcoscenico della Champions. Nè ai dettami del nuovo mister: lui sa come si vince, il Napoli si adegui in fretta.