Il Napoli ama la sua casa: il San Paolo, ora stadio Diego Armando Maradona, è stato palcoscenico di partite emozionanti, grandi trionfi e qualche delusione. La sua origine architettonica è risalente nel tempo. Inizialmente denominato “Stadio del Sole”, il suo nome venne cambiato in “San Paolo” nel 1963 (l’ultimo cambio di denominazione è avvenuto nel 2020 dopo la scelta del Comune di onorare il grande Diego).
La storia dello stadio del Napoli
Prima del Secondo conflitto mondiale, gli azzurri giocavano nello stadio Partenopeo, un impianto da 40.000 posti, progettato e inaugurato durante il Ventennio. A seguito di un bombardamento, la struttura divenne inservibile, spingendo l’ufficio tecnico comunale a cercare una nuova casa per la squadra di calcio più amata della nostra città.
Proprio in quell’occasione venne scelta Fuorigrotta, zona in forte espansione edilizia, per ospitare la nuova struttura. La costruzione iniziò nella primavera del 1952 e terminò 7 anni dopo, nel dicembre del 1959. La grande prima non tardò ad arrivare, dato che soli 4 giorni dopo, l’impianto ospitò la sfida sempre appassionante fra Napoli e Juventus, con la vittoria di misura degli azzurri davanti a 90.000 spettatori euforici.
Il primo intervento di ringiovanimento
A circa 20 anni da quella partita inaugurale si eseguì il primo (di molti) interventi di restauro, ammodernamento o ristrutturazione vera e propria. Proprio nel 1980 vi fu un importante investimento per far installare un nuovo impianto di illuminazione per le partite del campionato Europeo che sarebbero state giocate a Napoli.
4 anni dopo, nel 1984, all’Italia venne assegnata l’organizzazione dei Campionati del Mondo. Proprio in quel periodo si concretizzò un importante momento spartiacque. A metà anni ‘80, l’entusiasmo per il Napoli era ai massimi storici, anche grazie alla presenza nell’undici titolare del miglior giocatore della storia. I biglietti andavano a ruba e il presidente Ferlaino sembrava intenzionato a far edificare un nuovo impianto da 150.000 posti nel comune di Casoria. Nonostante tutto sembrasse puntare verso questa soluzione più moderna, venne comunque proposto il San Paolo per ospitare alcune gare dei Mondiali.
La ristrutturazione per i Mondiali
Nonostante i dubbi dal punto di vista architettonico e strutturale, si decise di conservare il San Paolo e renderlo più moderno in vista della grande kermesse iridata. Proprio nel biennio prima del 1990 venne installata la copertura agli spalti e furono consolidate le fondamenta, provocando ripercussioni rilevanti anche agli edifici attigui. I lavori terminarono ben oltre i termini previsti, visto che solo nel 1991 venne inaugurato il terzo anello.
Il nuovo progetto
I bookmaker come Starcasino vedono il Napoli come la sola squadra in grado di impensierire l’Inter di Inzaghi. In una stagione in cui i fasti del Napoli di Maradona sembrano essere tornati grazie alle prestazioni dei ragazzi guidati da Spalletti, in molti si chiedono quale sarà il futuro dello stadio. Nonostante le molte perplessità di tifosi e tecnici, al momento l’intenzione sembra voler essere conservare l’impianto attuale, mettendo da parte progetti di nuovi impianti più moderni e dalla capienza adeguata alle nuove necessità.