Una gara ad handicap, dove il Napoli esce tutto sommato a testa alta. Si sapeva sin dall’inizio che sarebbe stato difficile, quasi proibitivo, portar a casa un risultato nella ghiacciata di San Siro. Ma a complicare sin dall’inizio le cose agli azzurri, come sovente accaduto in altre circostanze, ci ha pensato zio Reja con una delle sue mosse arzigogolate: fuori il nazionale Santacroce, dentro il perticone Rinaudo, con Pazienza in luogo di Blasi a togliere agonismo al centrocampo, opposto ad una delle squadre più fisiche della serie A. 20 minuti iniziali di black-out con l’uno-due nerazzurro firmato da Cordoba e Muntari, poi la malattia di Lavezzi ed uno sterile possesso palla, bello a verdersi ma infruttuoso, nella ripresa che si trascina stancamente via verso il risultato finale di 2-1 per la Beneamata. La partenza del Napoli è il solito copione di molte trasferte: gli azzurri si arroccano tutti in difesa e l’Inter prende possesso del campo, chiudendo il Napoli nella propria area di rigore. Nonostante ciò, gli unici tentativi sono di Mannini con una conclusioni poco precisa, e di Gargano, con un calcio di punizione centrale ben bloccato da Julio Cesar. Al 15esimo arriva il vantaggio nerazzurro. Angolo battuto corto, inspiegabilmente non esce nessuno a spazzar via e a favorire la ripartenza, ed il cross-loffa dalla sinistra si traduce in una bella girata di Cordoba che batte Iezzo. Il Napoli non si scuote e la capolista trova pane per i suoi denti. E’il 24esimo: Cruz smarca Maicon sulla fascia che prova il destro che pesca il tacco di Muntari, Iezzo ancora ko e Napoli sotto di due gol dopo mezza frazione di gioco. La gara sembra irrimediabilmente chiusa, con tifosi e addetti ai lavori già pronti a crocifiggere Reja e le sue scelte suicidie. Ma sull’orlo del baratro e dell’umiliazione, la squadra partenopea ha una reazione e prende in mano le redini della gara trascinata dal solito Lavezzi, tornato finalmente El Pocho Loco di Napoli dopo due prove opache. L’argentino si incunea tra due avversari alla sua maniera, lascia sul posto Samuel, rientra, punta Zanetti, scambia con Zalayeta che gli restituisce il pallone di tacco e tocco sotto del Pocho in pallonetto che lascia di sasso Julio Cesar in uscita. Il Napoli accorcia le distanze e il gol azzurro è un gioiello di rara bellezza. Il primo tempo finisce cosi, ma la sensazione è che gli azzurri possano fare decisamente di più.La ripresa infatti comincia con gli azzurri – oggi in tenuta Manchester United – ancora in avanti. Affondo immediato di Lavezzi che buca la difesa nerazzurra e viene chiuso da Samuel sulla battuta a colpo sicuro che poteva regalare il pareggio a Reja. I partenopei sono aggressivi, finalmente, e l’Inter è costretta a soffrire e ripiegare nella propria metà campo. Ci prova Mannini da fuori, palla fuori. Ibrahimovic, sebbene in condizioni non eccelse, è l’unico della squadra di Mourinho a farsi vedere in attacco nella ripresa e impegna Iezzo al sessantesimo. Nonostante il buon fraseggio, agli azzurri manca la brillantezza nell’ultimo passaggio, Hamsik è invisibile e Reja lo cambia con Blasi. Al 77esimo è Lavezzi a servire la palla buona a Maggio con un cross da sinistra, ma l’azzurro non ci crede e l’occasione sfuma. Se il Napoli, padrone del campo, non affonda è anche perchè Rosetti lo ferma spesse volte con dei fischi effettuati o mancati sconcertanti, mentre i nerazzurri sbraitano, colpiscono e intimidiscono impuniti. Entrano Denis e Bogliacino nella speranza di pareggiare, mentre Lavezzi viene ammonito per simulazione con non pochi dubbi circa l’esistenza o meno di un contatto. Nei minuti finali Zanetti, servito da un assist maldestro di Cananvaro, ha la chance di chiudere il match ma Iezzo si oppone. Mourinho guarda l’orologio, l’Inter è alle corde, ma il direttore di gara sabaudo, con i suoi fischi, lascia rifiatare la capolista in difficoltà. Nei tre minuti di recupero, c’è solo tempo per una punizione di Ibra fuori di un soffio e per gli applausi ad un Napoli che esce dalla scala del calcio a testa alta. Resta tuttavia il rammarico per una prima mezz’ora regalata all’Inter a causa di un atteggiamento troppo remissivo e condizionata dai recidivi errori difensivi. Ci voleva più grinta, più cattiveria, all’inizio, perchè li davanti Zalayeta e Lavezzi hanno fatto fuoco e fiamme e questa Inter, che in attacco accusa non pochi problemi tra calciatori fuori forma, discotecari che non perdono il vizio, punizioni di Mourinho, era tutt’altro che imbattibile. Dalla prossima settimana il calendario penderà nettamente in discesa per gli azzurri, che fino alla fine del girone d’andata troveranno tutte squadre stanziate nella parte medio-bassa della classifica. Sarà dunque occasione per costruire un bel filotto, sempre che non ritorni l’atavico vizio di ciccare contro le piccole…
C.Francesco Piantedosi NAPOLICALCIO.NET