Juventus-Napoli, con quale spirito a Torino? Ripartire ok, ma da dove?

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Tutto è deserto, tutto è sfumato. È vero, la zona Uefa è a due punti, grazie alle contemporanee sconfitte di Cagliari, Atalanta e Palermo. Non è una questione di classifica, però. Il Napoli non va più, non gioca, manca di forza fisica. Gli schemi, semmai ce ne fossero, non vengono applicati. Ognuno gioca per sé, la palla è infuocata e anche il San Paolo non è più capace di essere lo straordinario portafortuna del girone d’andata. Il 2009 iniziò a 33 punti, bottino meraviglioso, condito fino ad allora da una qualità tecnica indiscutibile. Poi lo strapiombo, 2 gettoni in più guadagnati contro Udinese e Bologna e nient’altro. Che ti è successo Napoli? Qualcuno pensa che c’entri l’Intertoto, altri vociferano di presunte trattative di avvicinamento da parte di grandi club ai giocatori più rappresentativi della squadra. Reja dice che è solo un problema di concentrazione, i ragazzi sono troppo giovani per reggere lo stress di un campionato così lungo e prolungato, in una piazza tanto calorosa quanto esigente. L’allenatore friulano ha consegnato il suo mandato nelle mani di Marino e De Laurentiis, che hanno immediatamente respinto le dimissioni. Il direttore generale aveva concordato con il tecnico di non tornare in ritiro. Ci hanno pensato i tifosi, rimasti in massa fuori allo stadio, a far cambiare idea alla società. Altra settimana a porte chiuse, con le bocche cucite ed il morale sotto i tacchi. La sconfitta con il Genoa rappresenta probabilmente il momento più basso della nuova gestione societaria, secondo solo finale persa ad Avellino in Serie C. I “cari” cugini rossoblù hanno fatto ancora una volta banchetto sulle spoglie del Napoli, come lo scorso anno i punti strappati dai rossoblù nella stagione sono 6. I liguri sono divenuti una vera e propria bestia nera, ma per fortuna da queste pa rti non passeranno più. I partenopei invece si imbarcheranno per Torino, torneranno a far visita alla Vecchia Signora dopo la sfortunata serata di Coppa Italia. Il “ciuccio” è claudicante, non ha reazione. Cambiano i titolari, ma il risultato è lo stesso. Le responsabilità sono tante, divise tra tutti. Adesso si va alla ricerca del capro espiatorio. Si pensa all’allenatore, che per l’ennesima partita ha atteso quasi la fine per decidersi ad effettuare una sacrosanta sostituzione. Anche Marino, però, ha la coscienza sporca. Quale panchina ha approntato per la scalata all’Europa? Le grandi squadra non si fanno solo con undici pedine, ne occorrono almeno diciotto di pari valore. C’è una sola ed unica nota positiva, che permette di guardare ancora al futuro con un po’ di speranza: peggio di così non si può fare.

Aurelio Scandurra NAPOLICALCIO.NET

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