Possesso palla, controllo della partita e alcuni giocatori chiave sono le continuità del Napoli; la grande novità è invece un nuovo Milik.
Dopo soltanto una preparazione estiva ed una partita di campionato, è praticamente impossibile delineare le caratteristiche del nuovo Napoli di Carlo Ancelotti. Ma risulta più semplice paragonare a grandi linee questa squadra con quella degli anni di Maurizio Sarri.
Carlo Ancelotti non ha stravolto nulla, partiamo da questo punto fondamentale. Sia perché il telaio del Napoli era già convincente, sia perché dal mercato non è arrivata una rivoluzione, per usare un eufemismo. Contro la Lazio l’unica grande differenza lampante rispetto al passato è stata la figura di una vera e propria prima punta in attacco: Arkadiusz Milik.
Onestamente, Maurizio Sarri non lo ha mai avuto a disposizione al 100%, ma anche al rientro dei due infortuni al crociato non gli ha mai concesso un minutaggio importante. L’attuale allenatore del Chelsea aveva trovato la quadra con la presenza di Mertens in quel ruolo ed ha perseverato su quella pista.
Adesso l’attaccante polacco sembra già un punto imprescindibile per Ancelotti: corre in verticale, fa a sportellate con i difensori, raccoglie i cross dalle fasce (9 nella sfida contro la Lazio) e, soprattutto, fa goal. Ieri addirittura l’ex Bayer ne ha fatti due, con il primo che poi è stato annullato per un fallo di Koulibaly.
In mezzo al campo la novità è stata la presenza di Hamsik in cabina di regia, ma è sembrato più un cambio ‘naturale’ per la cessione di Jorginho. Il gioco del Napoli, anche con lo slovacco, parte dalla difesa più o meno come in passato.
Per il resto l’unico volto nuovo (forzato) del Napoli è stato Karnezis, che per altro sul goal di Ciro Immobile non ha nessuna colpa. Poi la parola d’ordine di Carlo Ancelotti è stata “continuità”. Si ci aspettava qualche differenza in più nello stile di gioco ma, da uomo saggio qual è, l’ex allenatore del Milan ha intenzione di lasciar fare alla sua squadra la cosa che gli riesce meglio, ovvero il palleggio.
A guardare le statistiche, infatti, quella di ieri potrebbe essere benissimo una partita del Napoli di Maurizio Sarri: 65% di possesso palla, 85.7% di passaggi riusciti, 746 passaggi in totale (la Lazio ne ha realizzati 401) ed una presenza massiccia di giocatori nella zona nevralgica del campo.
La mano di Carlo Ancelotti si vedrà soprattutto nella gestione dei giocatori, nell’aspetto mentale in qualche big match e nella tranquillità da trasmettere alla squadra nelle fasi delicate della stagione. Dal punto di vista del modulo e dello stile di gioco (al netto di una linea difensiva leggermente più bassa) l’esperto tecnico italiano darà sempre continuità a quanto di buono fatto in passato dal Napoli con Maurizio Sarri. Anche questa è intelligenza.