“Pagare moneta, vedere cammello”. Quel mattacchione di Lotito ne sa sempre una più del diavolo e ha voluto così replicare all’affermazione del suo omologo De Laurentiis, che ieri, in merito alla trattativa per portare Pandev all’ombra del Vesuvio, aveva affermato, con un’espressione altrettanto tradizionale: “Cca nisciuno è fesso”. Il patron azzurro non vuole sottostare alle richieste del presidente biancoceleste, che ha valutato la punta macedone dai 18 milioni di euro in su, cifra che potrebbe lievemente calare se venisse inserita una contropartita tecnica, vedi Bogliacino. Il prezzo è stato rapportato da Lotito all’investimento che il Napoli ha già fatto per acquistare Quagliarella, un esborso di 20 milioni per un attaccante che qualitativamente ed anagraficamente non è superiore a Pandev. Questa è almeno l’impressione di Lotito, che però dimentica un particolare non da poco. Quagliarella aveva in essere un contratto con l’Udinese in vigore per altri quattro anni, mentre il buon Pandev la prossima estate farà armi e bagagli e lascerà Roma, visto che il suo rapporto lavorativo con la Lazio scade nel 2010. Un giocatore con un solo anno di contratto, che quindi potrebbe anche andar via a parametro zero, può mai essere equiparato ad un altro con un accordo sottoscritto per un periodo ben più lungo? Rifletta attentamente Lotito, perché lasciarsi scappare uno dei pochi talenti di razza della sua scuderia senza introiti sarebbe una batosta non da poco, specialmente per una società che ha appena sborsato 20 milioni per rilevare interamente il cartellino di Zarate. De Laurentiis, dal canto suo, ha sempre mostrato una certa ritrosia verso questi embrionali bracci di ferro, preferendo dirottare altrove quando ne ha avuto la possibilità. E la possibilità adesso si chiama Antonio Cassano, sogno di vecchia data del presidente partenopeo, del suo allenatore Donadoni e dell’intera piazza napoletana. La Sampdoria ha fissato il prezzo a 20 milioni, somma che il club azzurro troverebbe senza problemi, ma le difficoltà sorgono relativamente all’ingaggio. Il talento barese percepisce 3 milioni all’anno, stipendio che sfonda ampiamente il salary cup voluto da Marino. Il tutto potrebbe essere risolto adeguando i contratti degli altri pezzi grossi in squadra, oppure evitando di sfruttare i diritti d’immagine del campione doriano, pratica che il Napoli ha sempre attuato sin dalla rinascita cinque anni or sono. I liguri, temendo che Cassano vada via, si sono già tutelati opzionando Diamanti, artefice, insieme a Tavano, della promozione in Serie A del Livorno.
Aurelio Scandurra NAPOLICALCIO.NET