Venticinque anni, come Cavani. E persino più giovane di lui di cinque mesi. Marek Hamsik sta raggiungendo la piena maturazione sotto la guida di Mazzarri.
Se mezzo mondo stravede per il Matador, l’altra metà, invece, si stropiccia gli occhi per l’altro gioiello del Napoli. Gli specialisti, gli addetti ai lavori, chi vive il calcio dal di dentro ritengono lo slovacco il vero alter ego dei Lampard, dei Gerrard, dei Fabregas. Un centrocampista moderno, dinamico, capace di inserirsi al momento giusto e far gol, veloce di pensiero, abile nel fornire assist in quantità industriale.
Quanti calciatori al mondo sono capaci a venticinque anni di fare l’attaccante ed il centrocampista con la stessa disinvoltura? E quanti dispongono di un fisico così muscolare ed esplosivo nella progressione al tempo stesso? Hamsik è l’altro top player del Napoli. Se n’era innamorato proprio il Milan l’estate scorsa. E sperava che Mino Raiola, diventato nel frattempo altro referente dello slovacco insieme all’avvocato Venglos, potesse compiere il golpe. Ma non avevano fatto i conti con la volontà del giocatore e la fermezza di un presidente avveduto e lungimirante.
Nè il Milan, nè Raiola. «Sono voluti intervenire a gamba tesa – disse De Laurentiis – Ma sono entrato anche io a gamba tesa e si sono dovuti ritirare in buon’ordine» I pezzi pregiati, il patron sa come trattenerli. Adeguando i contratti ma non solo. Avrebbe bloccato anche Lavezzi se l’argentino (ed il suo procuratore) non avessero puntato i piedi e non fossero capitati ingenuamente in qualche grana extracalcistica. Ma Hamsik per De Laurentiis è qualcosa in più, non è il campione da trattenere a tutti i costi per fortificare il progetto, è come un figlio adottivo. L’ha visto crescere, maturare, esplodere.
E gli ha adeguato ed allungato il contratto fino al 2016. Senza clausola rescissoria, stavolta. Ma è la testimonianza che tra le due parti, nonostante Raiola, esiste un rapporto solido e sincero. Ma come per Cavani, anche Hamsik ha grande sete di vittoria. Non gli basta la Coppa Italia, chiede di tornare in Champions League, di puntare a qualcosa di più importante e quando sarà il momento ne parlerà con il presidente. Intanto con Mazzarri si è completato sul piano tattico, sa leggere le giocate come pochi, riesce a sdoppiarsi nell’arco della stessa gara e sta diventando determinante spesso e volentieri.
Rino Cesarano