Il presidente De Laurentiis parla a ‘Il Corriere dello Sport’ del futuro del Napoli e del calcio europeo: “Non vendiamo i big. Sì a un’unica Champions“.
L’acquisto di Giovanni De Lorenzo non fa altro che puntellare una rosa già forte: il Napoli si è assicurato uno dei terzini migliori dell’ultimo campionato, strappandolo all’Empoli retrocesso e mettendo a segno il primo colpo di mercato di un certo livello in Serie A.
Può essere soddisfatto il presidente Aurelio De Laurentiis che, da Malta dove si è discusso della riforma del calcio continentale in un’assemblea generale straordinaria dell’ECA, ha parlato ai microfoni de ‘Il Corriere dello Sport’. Il primo pensiero è per Maurizio Sarri, ormai vicinissimo alla Juventus.
“Sono assolutamente distaccato da questa vicenda. Penso che, compiuti diciotto anni, il raggiungimento della maggiore età consenta a ognuno di assumersi la responsabilità delle proprie azioni. Tutto qua”.
Il patron azzurro ha le idee chiare su quali siano gli obiettivi da portare a termine sul mercato: solo qualche nuovo arrivo mirato per puntellare la squadra e aumentarne il livello.
“Per quel che riguarda gli attaccanti, ne abbiamo a iosa e prima di comprarne altri dobbiamo capire chi sarà in uscita. Quando mi sono confrontato con i miei collaboratori abbiamo stabilito che la squadra ha bisogno di un attaccante, di un terzino destro, che però abbiamo già acquistato, e di un terzino sinistro, qualora uno dei nostri dovesse partire. Altrimenti in quest’ultimo ruolo siamo a posto visto che Ghoulam ha dimostrato di stare bene e facendo la preparazione estiva migliorerà ancora”.
De Laurentiis non si fa problemi nel rivelare le intenzioni dell’Inter che avrebbe cercato di strappare al Napoli alcuni tra i suoi gioielli. Assalto prontamente rispedito al mittente.
“Icardi lo abbiamo trattato tre anni fa, mentre adesso… Adesso mi dicono i miei (collaboratori, ndr) che sia l’Inter a volermi smantellare la squadra e che ci avrebbe chiesto i giocatori più forti che abbiamo. Io però non ho intenzione di venderli. I nostri campioni non sono in vendita a meno che non ne compriamo qualcuno che riteniamo più forte. Tanti ce li chiedono, ma le cose stanno come vi ho detto”.
Sì convinto a un’unica grande Champions League, no alla struttura piramidale che l’ECA sembra avere in mente per rivoluzionare il pallone in Europa.
“Sì, sono convinto. Perché parlare di Champions League ed Europa League? Sembra una competizione per club di qualità e un’altra per sfigati… La soluzione ideale sarebbe quella di creare una Champions per i cinque Paesi con le società che hanno i fatturati maggiori e che possono comprare i grandi calciatori (Inghilterra, Spagna, Italia, Germania e Francia, ndr) e un’altra per i club degli altri Paesi. Le prime quattro/cinque di ognuna delle due Champions poi potrebbero sfidarsi e tutti punterebbero così a vincere la “grande” Champions, senza parlare, come succede ora, di una Champions, di un’Europa League 2 o di un’Europa League 3 che suonano come premi di consolazione”.