Napoli al debutto stagionale in Europa League, per mister Sarri è la prima assoluta in un torneo continentale. L’arma della duttilità per provare a conquistare la tifoseria azzurra.
Di sicuro non sarà l’inno che ha segnato la recente storia del club, ma le note saranno sempre da ascoltare a testa alta e senza distrazioni: l’Europa League non potrà essere snobbata, nel ranking europeo il Napoli infatti staziona stabilmente nella top 15, ma in considerazione del fatto che dalla prossima stagione verranno esclusi dal calcolo i risultati del 2011/12 (stagione del ritorno in Champions League n.d.r.), fare bene anche in campo continentale rappresenta la condizione necessaria per restare nelle fasce d’élite.
In un San Paolo vuoto a metà causa squalifica delle due curve, l’avversario di turno, il Bruges, solo sulla carta può essere considerato abbordabile, Diaby e Leandro Pereira gli elementi più pericolosi, nonostante i pronostici dei bookmakers che danno gli azzurri ampiamente favoriti.
Quello contro i belgi sarà anche l’esordio assoluto di Maurizio Sarri in una competizione europea, un traguardo che il tecnico toscano in queste ore starà vivendo con la tensione di chi è consapevole che sbagliare ancora potrebbe complicare ulteriormente la propria posizione.
Lo stentato avvio in campionato ha infatti riacceso gli stessi malumori della passata stagione: non tutti ricordano che anche l’avvio dello scorso campionato non fu facile nemmeno per Rafa Benitez, i tre punti nelle prime tre giornate generarono una scia di critiche che il tecnico spagnolo si è poi trascinato fino al termine dell’avventura napoletana.
Ma la posizione di Sarri non è sicuramente da meno, anzi: oltre ad essere a tutti gli effetti un allenatore in scadenza di contratto, non gode nemmeno del pedigree del ben più blasonato predecessore. In questo senso, le modifiche all’assetto e alcuni cambi nel reparto arretrato – passaggio al 4-3-3, con il probabile impiego dal primo minuto di Koulibaly e Ghoulam – suggeriscono che il buon senso e la duttilità del tecnico stanno avendo la meglio su forme di integralismo tattico che da queste parti nessuno vuol vedere.
Sarà un test delicato in previsione dei prossimi big match che attendono gli azzurri (Lazio, Juventus, Milan), ancora alla ricerca di un’identità precisa. Ma non c’è più tempo, per Sarri è arrivato il momento di vincere e convincere.