La vittoria contro l’Atalanta lancia gli azzurri in vetta, chiaro il messaggio lanciato alla Juventus. E con Benitez il turnover è divenuto realtà.
Turnover, o meglio, per dirla alla Benitez, necessità di utilizzare giocatori diversi, di trovare la continuità dei risultati sfruttando il potenziale dell’intera rosa a disposizione del Napoli.
Niente titolarissimi, i neologismi di mazzarriana memoria definitivamente riposti in soffitta e ben sei giocatori risparmiati per Borussia e Milan. Ma la classe non è merce che si può trascurare, specie quando una buona Atalanta per 70′ si compatta in un muro di gomma contro cui gli azzurri non trovano varchi per sfondare. Anzi, sono i bergamaschi nella prima frazione a rendersi pericolosi con qualche ripartenza velenosa.
E quindi ecco entrare in scena la qualità: subito dentro il duo Hamsik-Callejon ed il Napoli si trasforma nella solita giostra del gol. E se Higuain dimostra il pedigree da grande campione sfruttando quella che fino a quel momento era stata l’unica incertezza della difesa orobica, l’ex Real si conferma “la sorpresa più gradita dell’ultimo mercato”, per dirla alla Aurelio De Laurentiis. Soldi ben spesi, evidentemente.
Denaro che, forse, non sarebbe stato sprecato se l’opera fosse stata completata con le pennellate mancanti: nonostante un ottimo Inler in cabina di regia i piedi buoni in mezzo al campo avrebbero potuto far comodo per geometrie alternative e cambi di passo. E nonostante un Cannavaro rinfrancato dalla fascia di capitano, l’assenza di un difensore veloce si potrà far sentire quando ci sarà da stare dietro a trequartisti che galleggiano pericolosamente tra le linee.
Si potrà quindi evitare di chiamarli titolarissimi, ma è innegabile che la qualità dei pezzi pregiati alla fine ha fatto la differenza. La scelta di Benitez è stata ampiamente giustificata dal doppio impegno Champions-San Siro, ma, in altre circostanze – forse – guardare al breve termine ed ai tre punti aiuterà il tecnico a valutare meglio le alternative in momenti meno decisivi.
Eh si, perché quella con l’Atalanta doveva essere la partita del sorpasso: dopo 525 giorni di dominio juventino alla testa della classifica gli azzurri ora comandano ed il messaggio inviato a Torino a questo punto è inequivocabile.
Ed ecco che arrivano gli esami più difficili: il debutto nel girone di Champions contro i vice-campioni d’Europa ed il posticipo del prossimo turno alla Scala di Milano. Altri clienti rispetto a Bologna, Chievo e Atalanta, è innegabile.
Ma sembra che per Benitez non ci sia nessuna differenza e che è ancora prematuro parlare di titolo:
“Il campionato si vince a maggio, non dopo tre partite”.
Domenica prossima le partite giocate saranno quattro, ma sarà certamente più semplice capire se per questo Napoli può essere davvero l’anno giusto.