Sliding Doors Napoli: il presidente deve decidere se ripartire con scommesse ‘alla Cavani’ o puntare su giocatori già pronti e affermati. Quelli che vorrebbe Mazzarri per restare…
L’addio di Mazzarri è quasi certo, quello di Cavani probabile, per il Napoli è l’alba di una nuova era. Si chiude un ciclo, si volta pagina, si rinnova. Il che non deve essere per forza giudicato in maniera negativa. A volte, anche quando le cose vanno bene, dare una rinfrescata aiuta consolidare. Consolidare in ottica Napoli non è un verbo utilizzato a caso, perché dopo la splendida cavalcata del club di De Laurentiis, oggi siamo proprio arrivati al punto di strutturare, rifinire, fare il salto di qualità.
Fa bene il presidentissimo partenopeo a ricordare orgogliosamente i risultati raggiunti, a magnificarli e goderseli, ma il tifoso è incontentabile, sempre alla ricerca di certezze per il futuro e costantemente col ricordo alle splendide giornate maradoniane.
“Finora abbiamo il miglior attacco della serie A, la seconda miglior difesa e il capocannoniere. Abbiamo fatto una stagione fantastica”, ha detto De Laurentiis durante il comizio prima della gara col Siena. Ma questo, ormai, è già il passato. Quello che ha rinfrancato i tifosi azzurri, preoccupati dall’eventuale partenza di Mazzarri e Cavani (checché se ne dica, i principali artefici delle imprese degli ultimi anni), è quello che è venuto dopo: “Non vogliamo fermarci qui, vogliamo continuare a stare al vertice del calcio e affrontare la Champions senza paura di nessuno. Io come voi, voglio vincere”.
Il Napoli di oggi, però, è a un bivio. Il momento, forse, è ancor più delicato rispetto a quello vissuto in Serie C, perché se non altro, in quel periodo, non correvi il rischio di farti affossare da eccessive aspettative e pressioni. Ammesso che Mazzarri e Cavani confermino la volontà di abbandonare, dai sostituti che De Laurentiis identificherà si capiranno molte cose delle strategie future. Rispetto a quando sono arrivati il tecnico e l’attaccante uruguaiano, questo è un altro Napoli: non c’è da ricostruire, non c’è da crescere, perché è già grande. Servono le scelte giuste per diventare definitivamente maturo e vincente.
La sensazione è che Mazzarri lasci non perché a Napoli gli manchi qualcosa, non perché la Roma gli offra maggiori prospettive, semplicemente perché ha capito di essere arrivato al top, di aver raggiunto un livello non replicabile, perché senza Cavani sarebbe un po’ come ricominciare da capo.
Nella capitale, può ancora crescere, a Napoli per farlo forse chiede qualcosa che Napoli non può dargli. Perché un conto sarebbe ripartire con Dzeko, giocatore già affermato e d’esperienza, un altro è puntare su Muriel, prospettiva di un campione. Non è detto che Muriel non possa diventare il nuovo Cavani, ma come con l’uruguagio, bisognerà avere la pazienza di aspettarlo. Mazzarri non è sicuro che Napoli ne abbia ancora.
E’ questo il bivio a cui ci riferivamo prima. Mazzarri ha capito che il Presidente – anche giustamente, visto che fair play finanziario e attenzione al bilancio sono valori incontestabili – è più orientato a cercare un nuovo colpo “alla Cavani”, piuttosto che svenarsi alla ricerca del potenziale fuoriclasse. Più Insigne meno Dzeko, per dirla con uno slogan. E questo, come sappiamo, non è mai stato lo stesso slogan di Mazzarri. Ed è per questo che nicchia.
Viceversa, questa è sempre stata la filosofia di Guidolin, un allenatore che in una situazione del genere si trova a meraviglia. E, non a caso, sarebbe proprio lui l’allenatore che sarebbe stato individuato da De Laurentiis per continuare nel solco tracciato da Mazzarri. Il tecnico dell’Udinese è perfetto per un Napoli che ambisce a “ripartire”. Queste scelte, tuttavia, sono logiche, razionali e forse anche lungimiranti. Ma non vincenti. Almeno non nel breve periodo.
Discussion1 commento
Entrambi! Perché un bivio simile? Piuttosto il bivio è competitivi con giocatori adeguati o normali con le mezze calzette che ogni tanto fanno la partita dell’anno?