E’ il riscatto di un Regno sulla carta scomparso e privato dei confini, ma ancora vivo e profuso di consapevolezza, ancorato alle proprie origini, che in un’epoca caratterizzata da padanismi, neosabaudismi e venti del nord che soffiano sulle coste tirreniche, recupera le proprie radici ed attraverso una partita di calcio, la Partita per eccellenza a Napoli, schiaffeggia l’Italia che ci ripudia e ricorda alle lobby cisalpine il corso di una storia caratterizzata da dominio ed opulenza attraverso i gol stranieri di Hamsik e Lavezzi. E’subito sorpresa nell’umida serata del San Paolo quando lo speaker annuncia Zalayeta nell’undici titolare al posto del preventivato Denis. Al cuore non si comanda, vero mister Reja? Dalle prime battute di gara si capisce subito che sarà il Napoli ad impostare una gara aggressiva per sfondare il catenaccio di una Juve giunta a Fuorigrotta col piglio guardingo di una squadra permeata dalla paura di perdere. Al sesto cross basso dalla destra di Maggio in area per Hamsik che calcia in malo modo mandando la palla in curva. Subito dopo Vola Iezzo e devia la palla in angolo sulla sinistra su tiro dal limite di Poulsen deviato involontariamente da Amauri. Sul corner il colpo di testa di Salhiamidzic termina a lato. Subito dopo Manninger respinge in malo modo un cross non irresistibile di Vitale, nessun azzurro ne approfitta. La Juve è tutta rintanata nella propria metà campo ed il Napoli non trova spazi ed è costretto a far girare palla per vie laterali. Al 15esimo Del Piero soffia palla a Contini sulla destra, poi passa all’indietro per Nedved che in corsa dal limite calcia alto. Poi è Vitale a colpire di testa su cross di Zalayeta, parata facile per Manninger. Al 23esimo i bianconeri di Savoia sfiorano il vantaggio: cross dalla sinistra di Del Piero in area per Amauri che lasciato solo colpisce di testa mandando di poco a lato. Tre minuti dopo, colpo di testa di Hamsik su cross dalla destra di Maggio, Manninger si stende e blocca in due tempi. Al 38esimo una punizione di Del Piero rischia di far rivivere il solito film del San Paolo, con il gol del “Cardillo” e lo stadio ammutolito: ci pensa Iezzo a deviare in angolo l’insidiosa parabola del capitano sabaudo. L’ultima azione del primo tempo è ancora di marca bianconera: corner corto di Gryger,a che poi va al cross per Amauri che si era smarcato, ma per fortuna del Napoli, la palla è lunga e la difesa riesce a spazzare. Si chiude sullo zero a zero un primo tempo vivace ed equilibrato, col Napoli che si è proposto con un incessante possesso palla e con la Juve attendista e votata alle ripartenze; di vere azioni da gol non ce ne sono state se non qualche tiro dal limite e qualche cross dal fondo mal sfruttato. Nella ripresa, Reja sostituisce il pesce fuor d’acqua Vitale con Mannini, mentre il pressing della Juve si fa via via meno insistente. Al 48esimo il neo-entrato ex bresciano arriva al limite dell’area della Juve, poi tenta un tiro di destro che termina abbondantemente a lato. La risposta è di Marchisio, la cui conclusione termina di poco a lato. Al 51esimo cross dalla sinistra di Lavezzi in area per Maggio che viene anticipato in angolo sulla destra da Chiellini. Dopo un primo tempo in ombra, il Pocho comincia a salire in cattedra, e al 54esimo infiamma il San Paolo quando, dopo essere partito dalla propria metà campo arriva fino al limite dell’area della Juve, poi tenta il triangolo con Zalayeta, ma il Panteron restituisce male la palla e l’azione sfuma. Proprio nel momento migliore degli azzurri arriva la doccia fredda: Poulsen va via sulla destra, crossa al centro per Amaurì che al volo insacca alle spalle di Iezzo, con Cannavaro (assai colpevole in fase di marcatura del brasiliano) che resta a terra infortunato. Il fratello d’arte è costretto a lasciare il posto ad Aronica, mentre Amauri si guadagna la targa di uomo di rispetto non esultando in memoria dei trascorsi azzurri. Napoli tramortito? Macchè. Il leone ferito, si sa, è ancora più feroce, e sono sufficienti appena tre minuti per riequilibrare la gara: sul cross telecomandato di Lavezzi, Hamsik si infila centralmente e di testa ristabilisce la parità. La Juve sembra accontentarsi del pareggio, ma Reja non è dello stesso avviso: invocato a gran voce del pubblico, Denis rileva (finalmente!) Zalayeta. Le due squadre si sfilacciano, e i numerosi errori a centrocampo aiutano la gara a scivolare verso il risultato di parità. Al 76esimo cross dalla sinistra di Mannini per il colpo di testa in area di Maggio che termina alto sulla traversa. E’solo il preludio del gol: scambio in velocità Lavezzi-Hamsik-Denis, scivolata sbilenca di Knezevic che favorisce l’inserimento di Lavezzi che di destro insacca Manninger con un babà che manda di traverso i gianduiotti a tutti i tifosi strisciati. Sospinto dal pubblico, il Napoli continua ad attaccare: all’82esimo cross dalla destra di Maggio al limite per Hamsik che al volo in mezza girata manda di poco alto sulla traversa. Ranieri corre ai ripari, inserendo Giovinco per Molinaro. In questo modo la Juve alza il baricentro, costringendo gli azzurri ad un finale in sofferenza: all’88esimo, su punizione dalla destra Chiellini stacca di testa mandando di poco a lato. Al 90esimo De Ceglie va via sulla sinistra entra in area crossa basso all’indietro per Amauri, ma Contini in scivolata con la punta del piede riesce a sventare il pericolo. Subito dopo, su cross di Giovinco, Nedved non controlla, poi Contini smorza e Iezzo blocca. Nonostante l’assedio, è del Napoli l’ultima occasione della gara, con Denis che sfiora il terzo goal scavalcando con un pallonetto Manninger appostato fuori dai pali, pallonetto che termina di pochissimo a lato. Ma poco importa: il Napoli riesce a ribaltare il risultato grazie ai gol dei suoi gioielli Hamsik e Lavezzi regalando una grande gioia al pubblico napoletano che canta “O surdato nnamurato” mentre tutti i giocatori esultano col pubblico. Intanto a Via Caracciolo sfilano i primi caroselli. Per una notte, Napoli ritorna capitale.
C.Francesco Piantedosi NAPOLICALCIO.NET