Napoli-Lazio 0-2: i biancocelesti vestiti di nero passeggiano sulle rovine del Napoli.

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Croce nera, come le maglie della Lazio quest’oggi. Arriva la terza sconfitta casalinga, il Napoli vive il momento più tetro della sua storia recente. Nove partite, due punti: i numeri parlano chiaro. Se non ci fosse stato il girone d’andata, percorso a folle velocità, adesso gli azzurri rischierebbero seriamente la retrocessione. Attualmente in Serie A solo il Lecce sembra star peggio dei partenopei, magra consolazione per chi sognava la Champions solo due mesi fa. E pensare che, dopo il match d’andata contro la Lazio, vinto per 1-0, il Napoli era appaiato ad Udinese ed Inter in vetta alla classifica. Invece il primo pomeriggio primaverile del San Paolo offre la terza gara consecutiva senza gol, ormai alla voce “reti fatte” il bottino resta fermo dalla stoccata di Maggio al Bologna nella notte di San Valentino. Reja deve rinunciare a Gargano e Datolo, entrambi infortunati, lasciando Denis in panchina. Qualcuno vocifera di una punizione per il Tanque, reo di aver inveito contro il compagno di squadra Santacroce dopo l’allenamento di ieri. Con Lavezzi, in avanti rientra Zalayeta. C’è spazio anche per Bogliacino e Aronica, con la difesa schierata a 4. Delio Rossi propone il tridente Foggia-Pandev-Zarate. È proprio l’argentino ad impensierire la retroguardia azzurra al primo minuto. Il Napoli replica al 6’, quando Lavezzi chiude uno scambio con Hamisk, ma trova la bella risposta di Muslera. Per l’estremo difensore biancoceleste inizia così un pomeriggio da protagonista. Le squadre si studiano e la partita si ravviva solo in alcuni frangenti. Ci prova Zarate con una bomba da oltre venti metri, la palla sfiora il palo. Risponde prontamente Zalayeta, che raccoglie di testa un cross di Pazienza, mandando però alto sopra la traversa. Occasione per Brocchi al 22’, che non riesce a piazzare il colpo a porta vuota. I partenopei non demordono e si avvicinano al gol ancora con Zalayeta, che sempre di testa impegna Muslera. Il primo tempo si chiude con un intervento rischioso di Contini, che allarga il gomito sinistro sul collo di Zarate, diretto verso la porta avversaria. La ripresa inizia con il Napoli che pigia sull’acceleratore. Due traversoni pericolosi di Bogliacino e Santacroce creano grattacapi alla Lazio, ad un passo dalla capitolazione sulla conclusione dalla distanza di Aronica: Muslera risponde ancora presente. Nel momento migliore, gli azzurri crollano. Il mattatore è Rocchi, appena subentrato a Zarate, che approfitta di una clamorosa distrazione della retroguardia partenopea. Foggia lo pesca in contropiede con un assist millimetrico e l’attaccante laziale cavalca per quaranta metri solo verso Navarro. È il 58’, passano solo sette minuti e arriva il raddoppio. Calcio piazzato di Ledesma, la barriera devia e Rocchi piazza la zampata del campione. Navarro ancora una volta sfiora soltanto, ma non basta per evitare che la palla si insacchi. Esplode la contestazione del pubblico, fischi per tutti, senza distinzione, e cori ostili per Reja e Marino. Il tecnico friulano inserisce Maggio, Denis e Russotto, escludendo Santacroce, Zalayeta e Pazienza. La musica non cambia, il gioco resta farraginoso e prevedibile. Solo il giovane furetto ex trevigiano si guadagna gli applausi dei tifosi con le sue funamboliche giocate. Le ultime chance capitano ad Aronica e Hamsik, ma Muslera resta muro invalicabile. Pandev cerca di calare il tris a pochi minuti dal termine, ma a pochi passi dalla porta si fa rimontare dai difensori azzurri. Termina la partita e, con tutta probabilità, anche il campionato del Napoli. Parlare di Europa è una contraddizione in termini, che stride fortemente con i recenti risultati. La zona a rischio Serie B dista 11 punti, per fortuna sono un buon distacco da inattese sorprese. Nel frattempo l’infermeria continua a riempirsi, Maggio e Blasi lasciano il terreno di gioco infortunati. Adesso cosa succederà? Reja continua a sentirsi stabilmente ancorato alla panchina, ma non si può perseverare in questo nefasto calvario. In cinque anni il tecnico di Gorizia ha sentito più volte traballare la terra sotto i suoi piedi, oggi probabilmente è caduta l’ultima goccia, quella che fa traboccare il vaso.

Aurelio Scandurra NAPOLICALCIO.NET

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