Napoli-Parma: analisi di un’intera stagione

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La partita di Sabato ha confermato purtroppo quello che una parte dei tifosi già provava a immaginare: il Napoli non dispone di quella forza necessaria per la volata Champions. Contro una squadra, il Parma, che ha già fatto il suo campionato togliendosi anche molte soddisfazioni, il Napoli non è riuscito ne a imporre il suo gioco, ne a conquistare una vittoria che era troppo importante per non restare fanalino di coda. Certezze che inevitabilmente vengono a crollare, con l’aggiunta di alcune beffe arbitrali, che vanno a mischiarsi alle decisione di giudici sportivi e alla sudditanza psicologica che le piccole squadre, con padrona il Napoli, subiscono oramai da decenni senza possibilità alcuna di risposta. La stangata è di quelle forti e ha il numero 3. Queste le giornate che non permetteranno a Fabio Quagliarella di continuare a dare il suo contributo alla causa azzurra. Il risultato è imbarazzante, fa quasi gridare a uno scandalo che viene messo a tacere ancora prima di scoppiare, perchè l’unica cosa che si evince da tutto questo è che ci saranno sempre due pesi e due misure nel calcio italiano. Non si discute la decisione arbitrale – nonostante la reazione di Quagliarella sia quella di tanti altri giocatori – ma il fatto che nella stessa giornata altri episodi siano stati giudicati diversamente rispetto alla partita di Napoli, o semplicemente alla legge sportiva. Nella partita Juventus Cagliari Camoranesi, in uno scontro con Daniele Conti, rifila una gomitata al calciatore sardo e l’unica conseguenza di questo gesto è da ritrovare nelle parole dell’arbitro :”Normale contrasto di gioco”. Alla faccia del contrasto direbbe qualcuno. Se poi si torna un pò indietro nel passato, come dimenticare l’incredibile valanga di insulti che il capitano della Roma, Francesco Totti, rifilò all’arbitro Rizzoli durante la partita Udinese Roma, prendendo poi soltanto un’ammonizione. Ancora più imbarazzante fu il referto dell’arbitro, che non disse di aver ricevuto insulti, ma di aver assistito soltanto a delle proteste “sportive”. Oggi Quagliarella rifila un “Sei vergognoso” all’arbitro e si becca tre giornate, magari anche da sanzionare con una semplice ammonizione. No, era meglio fare le cose in grande e punire chi invece andava solo richiamato, mentre dall’altra parte giustificare gesta molto più gravi con semplici “contasti di gioco sportivo” o “proteste pacifiche”. Se questo è l’orrore della giustizia sportiva, dall’altro abbiamo quello calcistico che purtroppo riguarda la nostra squadra. La cosa che più fa rabbia in tutta la partita di Napoli-Parma è essenzialmente una sola: la panchina. Si, proprio la panchina azzurra, vuota e priva di elementi validi a sostituire chi sta correndo da inizio campionato e chi, come il Napoli, ha bisogno di grandi ricambi per poter dire di aspirare alla Coppa dei Campioni. Niente di tutto questo: vicino a Mazzarri ci sono ancora personaggi come Bogliacino e Rullo, che nonostante abbiano dato in passato contributo importante alla causa napoletana, è giusto che vengano dati a squadre di altre categorie. E’ impensabile pensare di poter effettuare una scalata Champions se non si dispone di buoni ricambi da smistare durante l’intero campionato. I vari Gargano, Pazienza, Hamsik hanno le pile scariche, è normale, se si pensa che hanno portato il Napoli ai primi posti della classifica, ma che oggi evidenziano i propri limiti in virtù di un impiego costante, mai intervallato da una fermata ai box. Il pensiero va quasi da se a Gennaio, al mese del mercato dove il Napoli non è riuscito a prendere nessun rinforzo, a parte il fantasma di Dossena, che dopo un paio di apparizioni deludenti, è scomparso fra infortuni e chili di troppo. Strategie sbagliate che dovevano essere riviste: non è vero che il Napoli non necessitava di rinforzi. Aveva bisogno di ricambi in attacco e a centrocampo: qualcuno da alternare a Lavezzi e Quagliarella, il solo Denis non basta. Pensate al Siena che ha ben 4 attaccanti. Il Napoli ne ha 3 e due ora sono rotti – Hoffer non lo contiamo perchè mai pervenuto – troppo poco. Dispiace fare certe analisi proprio alla fine del campionato, ma se prima tutte queste difficoltà venivano prontamente nascoste con i successi degli azzurri, che comunque hanno regalato un campionato esaltante ai propri tifosi, ora è giusto più che mai fare la voce alta sui limiti e sugli errori che il Presidente per primo ha commesso. Lo stesso lavoro di Bigon è sembrato inesistente, perchè per aspirare a grandi traguardi bisogna mettere mano al portafoglio e non continuare a pagare giocatori che hanno piantato radici in panchina da anni. Chiediamo a chi sta ancora resistendo in campo, fra stanchezza e volontà, un ultimo sforzo per chiudere dignitosamente un campionato, conquistando quel posto in Europa che si spera permetterà poi un restyling della squadra.

Nicola Sorrentino NAPOLICALCIO.NET

 

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