Mannini, Santacroce, Bogliacino, Gargano. Camera quadrupla in pensione completa presso l’Hotel Cto. Si prova a scherzare, ma la situazione-infortuni è seria: mai negli anni precedenti il precampionato del Napoli aveva registrato così tanti infortuni. Colpa senza dubbio della preparazione anticipata pro-intertoto, che ha costretto il preparatore atletico Febbrari a mutare il programma della preparazione: ad Jennersdorf gli azzurri hanno lavorato soprattutto sulla velocità per risultare brillanti nella doppia sfida contro il Panionios, a discapito del potenziamento muscolare. Ecco spiegati dunque gli affaticamenti, le distrazioni e gli stiramenti che hanno imperversato sulla truppa di Reja. E’un Napoli con i cerotti quello che si prepara per la trasferta in Albania. E meno male che a sbarrare la strada agli azzurri verso la qualificazione Uefa ci saranno i semisconosciuti giovanotti del Vllaznia e non un team più quotato, altrimenti il discorso passaggio del turno avrebbe davvero potuto subire intoppi insormontabili. Nessun problema quindi se a Scutari giocherà un Napoli rattoppato, ma l’emergenza preoccupa non poco in chiave campionato. Morfeo Marino (Beppe Grillo ci consenta il recupero del soprannome coniato per il presidente Napolitano) tergiversa. E’fermo, almeno apparentemente. Infortuni o meno, il Napoli ha assoluto bisogno di rinforzi, ma dal fronte mercato nulla di nuovo sotto il sole. Calma piatta, bonaccia. Il buco sulla fascia sinistra sussiste ancora, così come la mancanza di un uomo d’ordine a centrocampo. Mentre le altre si rinforzano, il Napoli resta a guardare. In attesa degli sconti last-minute, esattamente come i numerosi perditempo che affollano di questi tempi le agenzie di viaggio. Attesa spesso vana, dal momento che sotto data il meglio è già esaurito. Ed ora come ora, una squadra che ambisce al salto di qualità di certo non ha bisogno di fare la spesa al discount o aspettare i saldi. Intervenire bene e subito, altrimenti il progetto di crescita rischia di trasformarsi in involuzione con andamento retrogrado.
C.Francesco Piantedosi