Il Napoli perde l’ennesima occasione per avvicinare il terzo posto che vale i preliminari di Champions, pareggia 2-2 sul campo del Parma.
Il Napoli perde una ghiotta occasione di avvicinarsi al terzo posto, impattando per 2-2 sul campo del Parma. Il Tardini si conferma fortino: dopo due prestazioni non brillanti, per usare un eufemismo, e otto reti subite, tra Lazio e Cagliari, i gialloblù mettono cuore e dignità contro un Napoli scialbo nel primo tempo, a denti stretti e grinta nel secondo.
Differenti le motivazioni in campo, Napoli per la Champions, seppur con un declarato turnover, Parma solo per una passerella di orgoglio e talento davanti al proprio pubblico. Trentasei (al netto della penalizzazione dei ducali) i punti di differenza in classifica, un abisso, colmato solo dalla voglia dei calciatori di casa di fare ancora qualcosa di buono, dopo lo sforzo reso noto dai curatori fallimentari nella giornata di ieri di ridursi drasticamente spettanze passate e future a beneficio di chi (e se) arriverà. A Palladino risponde Gabbiadini, a Jorquera Mertens per un due a due che trappa applausi.
Donadoni recupera Mirante, davanti a lui da fiducia a Feddal Mendes e Cassani, in attacco cambia tutto: dentro Palladino, napoletano verace, con alle sue spalle Nocerino.
Benitez opta per il turnover, nonostante una vittoria possa avvicinare i suoi alla Champions Zone: in ottica ritorno di giovedì contro il Dnipro in Europa League fuori Higuain, Insigne, Callejon, Lopez, Maggio e Britos.
I numeri parlano di azzurri che soffrono in trasferta, e che spesso in avvio patiscono: al Tardini ne arriva la conferma, con Napoli schiacciato nella propria metà campo e Benitez visibilmente infastidito.
Al nono, il vantaggio ducale: Su un corner, Andujar esce a farfalle, Palladino in mischia calcia e insacca il vantaggio facendo esplodere di gioia uno stadio partecipe e caldo nonostante retrocessione, fallimento e annata scellerata.
Il goal gialloblù suona la sveglia in casa Benitez: gli ospiti si svegliano e iniziano a premere. Al 13′ un miracolo di Feddal evita che una buona idea di Gabbiadini serva Zapata, al 22′ Albiol di testa fa tremare Mirante.
Al 28′ Mendes, ammonito pochi minuti prima e in giornata no, sbaglia il passaggio e serve Hamsik, che gira la sfera a Gabbiadini, libero e ben piazzato. Mirante si butta ma non ci arriva, uno pari e tutto da rifare per il Parma.
Ma gli uomini di Donadoni non si perdono d’animo, troppo ghiotta l’occasione di mettersi in mostra contro una big, seppur slavata nel gioco, e dopo cinque minuti ritrovano il vantaggio. Si incarica della battuta Jorquera, che si porta avanti il pallone, vede una feritoia e lascia partire un destro potentissimo che si infila alle spalle di un immobile Andujar.
Ma il Parma non si accontenta, e al 42’ è ancora Palladino show: riceve palla, mette a sedere Albiol, tira, viene murato da Strinic ma riprova il tiro lambendo la traversa. E col Parma in avanti termina la prima frazione
E’ facile immaginare che Benitez abbia ben strigliato i suoi, perchè dagli spogliatoi esce un Napoli ben più determinato. Al 50′ il primo squillo, con Hamsik che devia un corner di testa e chiama Mirante, napoletano pure lui, al miracolo.
Rafa cambia: fuori Callejon dentro Zapata, fuori Gargano, dentro Higuain. Al 55′ ancora azzurri: Mertens inventa un cross teso, Mirante vola e dice no, poi sulla linea, in qualche modo, blocca un tiro di Callejon.
Quello degli azzurri è un vero e proprio assalto, il Parma barcolla, si barrica in difesa per non mollare, concede metri e corner, Mirante vola e mette i guantoni ovunque per dire no.
Ma al 71′ non può nulla sul diagonale a tagliare di Mertens che infila nell’angolino lontano per il 2-2. Trovato il pareggio, gli uomini di Benitez vogliono vincere, e l’assedio non si placa, anche se sporadici attacchi del Parma permettono a Mirante di respirare tra una folata offensiva e l’altra. All‘81′ il numero 83 ducale dice no a Hamsik, a tre dal termine compie un mezzo miracolo su Higuain.
I quattro di recupero concessi da Giacomelli sono un sussurro di brividi e resistenza, paura e orgoglio, resistenza verace e dignitosa, mentre il Tardini è un crepitio di applausi da una Curva commovente con dedizione e presenza.